398 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo Vili. sua fiotta, potrebbe egli dar tali fastidi al regno di Elisabetta distante di là solo tre giorni, che essa troverebbe ben altro da fare che attaccare le Indie occidentali. Un’alleanza di Sigismondo con la Spagna, a patto e condizione che questa sostenesse le spese per la guarnigione di Elfsborg, consoliderebbe considerevolmente l’autorità del re, tanto nella Polonia quanto nella Svezia. Tutti questi progetti vennero distrutti dall’azione altrettanto energica quanto scaltra di Carlo, cui Sigismondo non poteva toner fronte, neppure lontanamente.1 Dalla sua partenza in poi dalla Svezia, così disse Malaspina nell’agosto 1597, Sigismondo, per garantirsi dei suoi diritti, si era limitato solo a parole severe, mentre Carlo attirava astutamente ed abilmente il potere a sè.2 Poiché fili aderenti di Sigismondo non vennero sostenuti, essi poterono venir scacciati. A Carlo riuscì pure d’impossessarsi di Elisimi- e Kalmar e di iniziare con successo la guerra con la Finlandia.3 Una dopo l’altra caddero le posizioni nelle mani di Carlo; (pianto più inerte restava il re legittimo, tanto più cercava egli di rendersi popolare. I predicanti stavano dalla parte sua ed egli seppe pure guadagnarsi i contadini. Molti furono da lui ingannati spargendo di essere d’accordo con Sigismondo. Abilmente egli lo descriveva come indifferente verso gli Svedesi, cosicché non avrebbe mai lasciata la Polonia per venire in Svezia.4 Sigismondo non comprese suo zio; dalle trattative, che egli mantenne con Carlo, a mezzo del suo inviato Samuele Lascy, si Aede, come sperasse tuttora in un accomodamento con lui.5 La dieta che si riunì in Arboga nel febbraio 1597 aveva deciso, che Sigismondo dovesse per mezzo d’una ambasciata venir invitato a visitare il suo regno. Ma questo progetto rimase sulla carta. Sigismondo riconobbe che egli avrebbe dovuto agire finalmente, se non voleva che la Svezia gli sfuggisse. Egli fece allora nota la sua decisione di recarsi là immantinente, per il che fece venire la flotta a Danzica. Carlo, al contrario, fece sancire da ¿li Stati, nel febbraio e nel giugno 1598, in due nuove diete, tenute in Upsala e Vadstena, che essi si obbligavano ad impegnarsi a costo della loro vita e dei loro beni, all’osservanza delle deliberazioni precedenti, pronti a soffrire piuttosto qualunque cosa, anziché ammettere che al duca o ad alcuno di loro venisse fatto per tal motivo violenza o persecuzione.6 Dopo che Sigismondo ebbe atteso invano la flotta svedese, nè gli era riuscito l’acquisto 1 Cfr. Sven Tunberg 83 ss., 142 ss. 2 Vedi la Relazione di Malaspina del 17 agosto 1597 ibid. 146 ss. 3 Cfr. Geiyer II 302 s. 4 Vedi la Relaziono di Malaspina citata sopra p. 384 n. 4. 6 Vedi Sven Tunberg 49 ss 67 ss. 6 Vedi Geiyer II 303.