734 Appendice. Il Papa in Polonia non volse che si pagasse cosa alcuna neanco per la carta; e per questo avvertirà tutti li ministri e tutta la sua famiglia a procedere nettissimamente, acciochè, andando per rimediare alli abusi, non dessimo noi essempio di maggiori. « E però, ricapitulando tutta questa scrittura, in somma due sono i negotii che Ella ha da trattare: l’essecutione di quanto ha promesso Sua Mu per i suoi procuratori, la riforma e riordinatione della religione in quel regno, come diffusamente sta scritto di sopra, e la pace tra la corona di Francia e Spagna: negotii della gravità che Ella conosce; dalla quale pace evidentemente ne viene la distruttione deH’Imperio Ottomano. . . « Qui entra un punto molto essentiale, che è sopra l’editto, della cui rivocatione e publicatione fatta dall’istesso re fu sentita molto dal Papa e da tutti li buoni. Ma sin’hora non vi si è potuto rimediare, nè anco parve tempo di trattarne nell’assolutione, riserbando questo punto alla legatione. Però N. Src non può, per debito dell’offitio suo, mancar hora di mettere in consideratione a Sua M';‘ il rimediarci in qualche modo, al meno, se non puote far altro, con non osservarlo in quello che può portar pregiuditio alla religione et a’ cattolici; e sarà bene che V. S. ili'"“ procuri, se è possibile, la rivocatione per tener gli heretici più ristretti che si può. Ma quando, per la turbolenza del tempo o per altro, giudicasse che ciò non potesse riuscire, quando non si possi far meglio, tenti di haver parola secreta da Sua Ml[ di questa inosservanza, acciò la coscienza e fama sua non resti illesa, e procurerà che per il regno non si facci forza da altri sopra di ciò, et al Papa et ai cattolici si dia qualche honesta sodisfattione e si mostri tener conto delle gratie ricevute da questa Sede et havere il debito riguardo all’honor di Dio, e non muoversi per rispetti humani. . . « Data in Roma nel Palazzo Apostolico di Montecavallo questo dì 10 di maggio 1596 ». Copia Nunz. div. 239 p. 188 s. Archivio segreto pontificio anche nel Borghese I 616 p. 1 s. ibid. 39. Lelio Arrigoni al Duca di Mantova.1 Roma, 29 giugno 1596. «... Nelle riforme che d’ordine di N.'S. si vanno tuttavia facendo d’infinite cose, et particolarmente intorno alla stampa, annullando molte opere et altre sottomettendo a nuova corretione, come appare per il nuovo indice, intendo che si habbia a sospendere l’opera di Mei-lino,- la quale per l’honore che apporta a cotesta città di onde è venuta et per esser anco stata fatica assai virtuosa, potrebbe forsi essere desiderata viva da Y. A., et perchè iu tal caso l’autorità sua appresso S. et questi riformatori sarebbe potente a sostenerla che non fosse lacerata affatto, ho voluto scriverlene affine se nell’A. V. fusse pensiero che perciò se ne facesse qualche ufficio, resti servita di comandarlo. Orig. Archivio Gonzaga in Mantova. 1 Cfr. sopra p. 477. 2 Folengo; v. Reusch, Index I 394.