524 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. sioni errate. Ugualmente non si dovrà esaltare la potenza della grazia divina in modo che la libertà umana ne discapiti.1 I discepoli di Loyola si tennero a questi avvisi del loro maestro. Essi fin dal principio e molto tempo prima di Molina trattarono intorno ai misteri della predestinazione e della grazia in modo da guardarsi bene dal toccar minimamente la libertà dell’uomo; essi furono fin dall’inizio contrari di quei dotti sistemi, nei quali la libertà umana sembrava a loro minacciata.2 Così si spiega, come nella questione del libro e della dottrina di Molina, in quanto riguardava la parte sostanziale della sua opera, tutta la società di Gesù si schierasse al fianco suo. Prima che Molina si presentasse come scrittore egli si era lungamente consigliato con se stesso e con altri, su quale argomento egli avrebbe dovuto rivolgere le fatiche dei suoi studi scientifici per maggior vantaggio della Chiesa. Alla fine si decise per un trattato esauriente della questione come si possa conciliare la grazia e la libertà.3 Centro e fine del suo libro è quindi l’esame di quella conclusione allora così spesso pronunciata; se il decreto divino, il quale mi assegna il cielo o l’inferno è già come firmato e suggellato da tutta l’eternità, allora il mio libero arbitrio non ha nessuna influenza sulla mia sorte. Egli intende esaminare scientificamente questo sofisma che nega il libero arbitrio, e confutarlo. Ora la soluzione che Molina offre di quella difficoltà, è in fondo assai semplice. Alla mente di Dio sono presenti dall’eternità, tutti gli uomini ch’egli ha creati o creerà o può creare. Egli prevede inoltre tutte le migliaia di situazioni e di condizioni diverse nelle quali è possibile che capiti ogni singolo di questi uomini; egli prevede ugualmente, come ognuno di questi uomini si comporterà in ognuna di queste singole situazioni, particolarmente sotto l’influsso interno della grazia. Egli prevede, per esempio, che l’Apo-stolo Pietro rinnegherà il Salvatore allorquando l’ancella si rivolgerà a lui nell’atrio del sommo sacerdote; che egli si rialzerà dalla sua caduta allorquando, insieme all’azione interna della grazia, lo sguardo di Cristo incontrerà il suo. Se dunque Iddio vuol per- 1 «No debemos hablar mucho de la predestinación por via de costumbi'. mas si en alguna manera y algunas vezes se hablare, asi se hable, que el pueblo menudo no venga en eror alguno, como algunas vezes suele, diciendo, -i tengo de ser salvo o condemnado, ya esta determinado, y por my bien hazt1 o mal no puede ser ya otra cosa, y con esto entorpeciendo se descuydan en las obras que conducen a la salud y provecho spiritual de sus animas... A? mismo no debemos hablar tan largo instando tanto en la gracia que se eu gendre veneno pora quitar la libertad etc.». Ejercicios espirituales de S. Ignaci de Loyola. Reproducción fototipica del original, Boma, 1908, f. 63 s. 2 SCORRAILLE, I 357 SS.; SCHNEEMANN, 161 SS. 3 Scorraille, I 425 nota.