Documenti inediti e comunicazioni d’archivio. N. 30-31, a. 1594. 725 30-31. Germanico Malaspina al cardinal Cinzio Aldobrandini.1 Di Nave, 15 agosto 1594. «Illmo et revmo sigr patron mio colra°. « Le infermità di questo regno nel politico et spirituale si sono andate successivamente scoprendo tali che, come suol alle volte accadere nelli corpi ripieni di humori che il rimedio che si usa per provedere a una parte ne genera delli altri più pernitiosi et di maggior pericolo, così quelle medicine che questo ser"’° re è andato applicando hora per conservare il politico, hora per introdurre il spirituale, non hanno sempre fatta quella operatione in bene che il zelo et la prudenza di Sua M“ ricercava, anzi quel rimedio così commendato da alcuni politici Polacchi, di concedere le cose desiderate intorno al negotio della religione, non ha sminuito, ma accresciuto li disegni dell’heretici nel politico. Onde è degno di molta lode questo Ser '” havendo stabilito in assai buona forma il politico et sollevato in qualche parte l’afflitto stato della religione, come nel foglio a parte Y. S. ili"“ intenderà. Ma è bene stato in questa trattatione cosa notabile et degna di posterità il vedere questo buon re, difeso solamente dalla maestà regia, rimanere per ogni altro rispetto esposto all’ambitione d’un zio potente et di natura temeraria et fascinato da quel condennato et seditioso seme di Calvino, et alla discretione d’una nobiltà che a guisa di ñera selvaggia usa ad essere ritenuta in un serraglio, uscitane fuori recalcitra per non ritornarvi et il resto de sudditi, se bene di natura pacati, agitati però de queste furie infernali de predicanti, non hanno mai dato argumento alcuno di ricognoscere se non in parole per loro vero signore questa Maestà, et perciò, si come quanto più è stata ardua questa negotiatione et per rispetto di questo regno hereditario, dove la massa è tutta corrotta et tutti gli ordini alieni dal loro re, et per causa dell’elettivo sottoposto a varie pratiche, il quale per haver prefìsso, se bene ragionevolmente, il tempo del ritorno in Polonia, ha in un certo modo suministrato armi a questo altro, con le quali potesse offendere questo ser'"° re, così a questo tempo et nelle congion-ture che si ritrova lo stato della Christianità, niuna cosa era più preclara nè più gloriosa, quanto conservare l’elettivo et acquistare questo altro senza strepito nè tumulto, et con la patienza et con la industria et particolarmente con la pietà rendere vani li conati delli adversarii. ht in vero deve essere desiderato da questa Maestà l’accrescimento della presente grandezza, che conservará con l’aiuto di Dio volontariamente, che quella che hanno mantenuta li suoi predecessori con la yolenza. Et se bene non rimangono qua gli huomini consideratori * die cose future liberi dal sospetto, che nell’absentia di Sua M11 le c°se si siano per mutare in peggio, tuttavia voglio sperare che la opinione del cancelliere di Polonia sia per verificarsi, cioè che Sua Mli 'Cfr. sopra p. 391.