37 la era un cappellino, uno sciallo; colà aveva ad essere un prim’ordine a cert’epoca vicina nella Fenice; altrove s’agitavan le sorti d’un nuovo pastrano, intanto che per meglio meritarlo si battevano i denti al rezzo e all’ orezzo della piazza o delle procuratie; altri,colla tombola imbandivano pranzi e cene agli amici e già si beccavano il cervello a stabilirne i serviti. Ma lo speranza non uscia già tranquilla dal corpo delle persone in sì gran congresso adunate, e come il malvagio spirito al lasciare dei corpi e-sorcizzati, di sè dava gran segno, e si risolveva fuggendo in gran tempesta e procella d’urli e di fischi. Una persona ebbe l’indiscretezza di far quaderna a’primi quattro numeri, levando così di subito della prima speranza le presone, quando la metà e forse più di loro non ne avevamo ancora trovato il primo; e il rispettabile pubblico rinfacciarle il suo torto e farne giustizia con tremenda sentenza d’urli e di fischi. Un altro, per timore forse di perderla, volle porre le mani innanzi alla fortuna e si trovò che aveva gridato tombola, prima che la tombola gli fosse veramente stata da quella concessa; e il popolo assumer le parti della fortuna e vendicarne le offese ragioni, dimostrando così col linguaggio delle fischiate che spesso il solo buon volere senza l’effetto non basta. * L’ ¿l'P-, y°l HI. 1