636 Clement© Vili. 1592-1605. Capitolo XI. tempo, finché il 5 marzo un nuovo colpo apoplettico causò la sua fine.1 Malgrado un pontificato di tredici anni, la memoria di Clemente Vili, tanto nell’aspetto ecclesiastico, quanto in quello politico, era caduta in oblìo.2 Se egli non trovò un degno biografi! fu in parte colpa dei suoi congiunti, i quali hanno troppo a lungo tenuto paurosamente chiuso l’accesso agli atti del suo governo. Finalmente il ritorno di questi tesori all’Archivio segreto pontificio, dovuto alla perspicace cura di Leone XIII, è stato molto propizio alla memoria di Clemente Vili. Così si verifica anche in lui la parola, che la miglior difesa dei papi è la conoscenza della loro vita; il che non vale di meno per l’operosità spiegata da Clemente Vili nel campo della scienza e dell’arte. 1 Intorno agli ultimi giorni e morto di Clemente Vili vedi gli Arrisi del 19, 23 o 26 febbraio, 2 e 5 marzo 1605, TJrb. 1073, Biblioteca Vaticana. Cfr. le * Relazioni di G. B. Thesis del 19 e 26 febbraio e 5 marzo 1605; la * Relazione di Giov. Magno del 25 febbraio 1605 e la * Relazione molto esatta di G. C. Foresto del 19 febbraio 1605, tutte nell’A rchivio Gonzaga in Mantova. Cfr. inoltre * Avvisi di Roma, détti 21 febbraio 1605 nell’A r c h i-vio Bon compagni in Roma, God. O. 20. Ibid. una dettagliata * Relatione « della morte di Clemente Vili ». Vedi anche la * Lettera del caldina! P. Aldobrandini al nunzio in Venezia, in data 1605 marzo 5, nell’A r c li i-vio Aldobrandini in Roma 207, n. 5. Tra i medici che Clemente Vili ebbe durante il suo pontificato (vedi Marini I 476 s.), erano i più celebri Andrea Cesalpino (cfr. più avanti p. 646 n. 6) e Marsilio Cagnati (cfr. Oiibaan u&WArch. d. Soc. Rom. XXXVI 137, n. 2). Vedi anche Haeser, Gesch. der Medizin II3 12; Zappoli, Medici celebri 52. Dalla Lettera del cardinale P. Aldobrandini, pubblicata dalle Carte Strozz. I 2, 334 s., risulta, che nella scelta dei medici fu dato gran peso anche alla loro condotta morale-religiosa. La favola diffusa da Wolf (Gesch. der Jesuiten II 308), che Clemente Vili sia stato avvelenato dai Gesuiti, venne sventata da Duiir (Jesuitenfabeln 42;> s., 3735 s.). Anche Wermingiioff (presso Sciiiele, Die Religion I [1908] 1838) ricusa l’avvelenamento come una favola indegna di fede. La salma di Clemente Vili venne dapprima tumulata in S. Pietro (vedi Ciaconio IV 268). Paolo V gli fece erigere per gratitudine un grandioso monumento sepolcrale in S. Maria Maggiore, del quale si parlerà nel prossimo volume. Il cadavere, solo nel 1646, venne trasportato a S. Maria Maggiore; vedi Moroni XIV 48^ 2 La « * Vita et gesta Clementis Vili » nelle Inforni, polit. XXXIX delw Biblioteca di Stato in Berlino (composta vivente ancora Cle- mente Vili, probabilmente un lavoro di Andrea Victorelli) è ugualmente insignificante come il * Dialogo di Mons. Malaspina nel Cod. N. 17 della B i b 111 teca Vallicelliana in Roma (cfr. Ranke III 6 89 * 96 *)• Ano i> i * Frammenti d’una Biografia di Clemente Vili composta da Gius. Malati* r ', la cui minuta è conservata nel Cod. K. 25, p. 294 s. e 315 s. della B ib 11 '> teca Vallicelliana, offrono ben poco di nuovo. Spesso viene ci << 0 (così da Walcii, Tlist. der Pdpste 406). L. Wadding, Vita Clementis Vili, 111 mae 1723, ma questo scritto non è mai apparso (vedi Ciaconio IV 272).