XXX. 1 Critici, loro iiazza e categorie. Sermo datur cunclis, animi sapientia paucis. Le piti belle scoperte si debbono al caso. Non ha guari l’intendente dei regii palazzi della corte di Francia in un viaggio in Bretagna scoperse le opere di Quin Clan il bardo bretone; per un’eguale fortuna, rovistando testé i libri e le vecchie stampe d'un povero libraio che cessò dal negozio, m’avvenni io pure in una raccolta d’autografi di celebri autori, di cui il buon uomo non aveva conosciuto il valore. Ne trassi fra le altre una lettera che allo stile grave e pungente, ed anche a certe espressioni molto analoghe ad alcune dello Spettatore inglese, reputo opera dello Steele, il celebre compagno dell’ Addison, benché per una certa sciagura, simile in tutto a quella che toccava a P. L. Cou-rier in Firenze, una fatai macchia d’inchiostro ne copra la sottoscrizione. Mi piace di pubblicarla così per far onore alla scoperta, come per consolazione mia e de’miei confratelli. Ecco che cosa scrive lo Steele ad un rispettabile amico intorno a’ critici de’ tempi suoi :