Clemente si decide all’assoluzione di Enrico IV. 95 zioni di diritto ecclesiastico sili rapporti fra mia potenza ecclesiastica e civile, e le precedenti assoluzioni di principi eretici. Intorno, ad alcune questioni, specialmente a quella della riabilitazione di Enrico, non si potè ottenere neanche ora un accordo, poiché su questo punto era stato fatto obbligo a Du Perron e Ossat, di opporre la più grande resistenza. Ma si riuscì ad accordarsi intorno ai punti più importanti. Il più gran merito spettò, secondo la stessa dichiarazione dei negoziatori francesi, al cardinale Toledo.1 Anche il prudente rappresentante di Venezia. Paolo Paruta, col far da paciere, influì su entrambi i partiti, e consigliò di limitarsi alle questioni principali, per raggiungere così, più presto, una soluzione.2 Tanto Ossat quanto Du Perron seppero rilevare, con quanta eloquenza poterono, che per alcune espressioni, Don si poteva perdere un grande regno, nè porre in pericolo seriamente la salvezza di innumerevoli anime e l’autorità della Santa Sede,3 col rimandare la decisione. In ciò essi si t rovarono in completo accordo con Clemente Vili. Allorché comparvero in udienza il 28 agosto, il papa assicurò loro, che, in caso di bisogno, egli sarebbe pronto a recarsi personalmente in Francia, per l’assoluzione d’Enrico.4 Se anche in alcuni punti Clemente Vili avrebbe voluto raggiungere ancora-di più, egli poteva pur dirsi contento dell’ottenuto, poiché, come Paruta riferì a Venezia, nelle cose principali i suoi desideri erano stati soddisfatti.5 Il papa comunicò il 30 agosto in Concistoro, dato che più di due terzi dei cardinali si erano espressi affermativamente, la sua decisione irrevocabile, di impartire l’assoluzione, purché i rappresentanti d’Enrico avessero acconsentito a tutte le condizioni essenziali. Oltre a queste concessioni, che furono comunicate ai cardinali, egli sperava, così affermo il papa, d’ottenerne anche ulteriori, ma le menzionate essere sufficienti. Alla domanda dei cardinali Gesualdo e Colonna, se queste concessioni verreb- 1 Du Perron (Ambassades I 13' scriveva che Toledo si era dimostrato un buon francese, come una volta Pellevé, un buono spagnuolo. 2 Cfr. Paruta, Dispacci III 224 s., 273. 3 II papa, così disse Ossat, voglia considerare i- per salvar parole di non perder un così gran regno ne con differir l’assolutione lasciarsi più lungamente le cose della religione in confusione ne tante millioni d’anime in via di danna-tione ne la propria sua autorità et della Sede Apost. in rovina et perditione. * Memoriale di Mons. du Perron et Ossat al sig. card. Toledo, in Borghese III 72b p. 398 s., Archivio segreto pontificio. 4 Vedi Lettres d’Ossat I 163 s., 168 s. Una dissertazione: * Persuasione al [papa] Clemente Vili di andare in Francia, nel Cod. 35 F. 29, p. 169 s., della Biblioteca Corsini in Roma. 6 Vedi Paruta, Dispacci III 274.