X Il barone Ludovico von Pastor. fu vivamente coadiuvata dal parroco della città, Thissen, sacerdote colto e pio. Mentre Ludovico assecondava prontamente il desiderio di sua madre seguendo con affetto ed entusiasmo l’insegnamento cattolico, mostrava ben poca disposizione a voler diventare un grande industriale come suo padre. Egli si divertiva a raccogliere monete romane, e i pochi denari che risparmiava finivano generalmente dal libraio. Avendo egli nel 1868 assieme al suo precettore, Emilio Siering, fatto un viaggio di diporto nel Eeno inferiore e nell’Olanda, si intese maggiormente inclinato agli studi storici, che erano allora fiorentissimi in Francoforte. Là madre era tuttora avversa a fare di questo suo figlio, così incapricciatosi, un « antiquario o un dotto ». Ma il vivace giovanetto era animato da ben altri sentimenti che quelli di sua madre. Le grandiose tradizioni della vecchia città imperiale, Aquisgrana, avevano lasciato nel suo animo un’impressione indelebile. Il vetusto Duomo Carolingio con i meravigliosi mosaici della sua cupola e delle sue pareti, i ricordi deU’Impero d’Occidente ivi risorto per volontà dei papi, avevano preparato in quell’animo, così sensibile alle grandiosità del passato, un terreno ove la storia e l’arte avrebbero dovuto incontrarsi in un accordo meraviglioso. Ed egli, proprio in Erancoforte, finì per trovare chi avrebbe acceso in lui la scintilla di quest’ardente passione. Giovanni Janssen, professore di storia al ginnasio superiore di quella città, stava allora preparando la sua Storia del popolo tedesco. Nel contatto della scuola egli intuì in questo giovane la predisposizione del dotto, e dopo che ebbe ottenuto per lui il consenso materno alla vita degli studi, ne divenne il maestro, la guida e l’amico che, sia come sacerdote, sia come dotto, avrebbe indirizzato quella vivace natura negli ardui compiti del sapere. Il futuro storico dei papi, però, ben tardi cominciò a studiare. Aveva già 16 anni compiuti quando nella Pasqua del 1870 prese a frequentare il ginnasio di Francoforte. Ma in soli cinque anni egli espletava il corso ginnasiale (ginnasio-liceo). Direttore e maestro di lingue classiche in quel ginnasio era allora Tycho Mommsen, un fratello del grande storico, ed insegnava la sua materia con un rigore pedante: ma tale esagerata severità servì a Ludovico per rendersi padrone di quelle lingue così indispensabili ai cultori di storia. Lo stesso Janssen che insegnava nel ginnasio superiore (liceo) era di molta esigenza con i suoi discepoli e più che la semplice narrazione, soleva curare la bibliografia, lo studio delle fonti e la discussione critica, dando così al suo insegnamento più l’apparenza di lezioni universitarie che quella di un arido svolgimento di un semplice programma ginnasiale. Questo metodo preparava fin d’allora il giovane Pastor a quella conoscenza della letteratura e delle fonti storiche, che un giorno avrebbero dovuto tanto distinguerlo. In quegli anni di primo contatto con il mondo scientifico e storico, Pastor ebbe occasione di leggere le storie di Mommsen, di Eanke, nonché di altri importanti storici che fiorivano in quel tempo. In un fascicolo