Il realizzamento dell'unione. 417 li accolse come un padre i suoi figli, con indicibile affetto e grazia.1 L ati , e stesso fu assegnato da Clemente, a causa della sua importanza. siila Congregazione dell’inquisizione, anzitutto per essere esaminato.2 I vescovi ruteni erano pronti a rinunziare allo scisma ,.(1 a ' atte le dottrine riprovate dalla Chiesa cattolica romana, ma essi rogarono che, conforme al Concilio di Firenze, l’amministra-zioic- dei santi sacramenti e l’intero rito bizantino rimanessero im-mut ri, e che anche nell’avvenire non subisse nessun mutamento. D' m , iirdo conia menzionata congregazione, concesse Clemente Vili (juc a richiesta, che corrispondeva assolutamente al principio aniv ! sso dal concilio di Firenze: unità di fede nonostante la divi sita, del rito. Nella sua sollecitudine per l’opera dell’ unione, di .ette il papa dalla richiesta dell’introduzione immediata del celi!rito obbligatorio; egli si abbandonò in questo alla speranza apparentemente fondata, che il rinascimento della decaduta Chiesa rutena, iniziato con l’unione, vi giungerebbe eoll’andar del tempo ila stessa. Clemente Vili rinunziò pure all’adozione del calen-da: gregoriano, poiché Terletskyj e Potsiej dichiararono che ciò avi >be incontrato una opposizione tenace.3 Il papa fissò per il ccmbre 1595 l’esecuzione definitiva dell’unione. Egli radunò in <•.iel giorno i trentatre cardinali presenti, la corte intera ed il cui i diplomatico nella sala di Costantino nel Vaticano. Lo storico < V re Baronio elevato poco prima alla porpora, ha descritto come tesi iinonio oculare l’avvenimento dell’unione.4 Dopo che i due vescovi ruteni ebbero prestato l’usuale ossequio, il • nonico del duomo di Wilna, Eustachio Wolowicz, lesse pi ii ; i in lingua rutena, poi in lingua latina, la lettera sinodale del 1- ’.ugno 1595 diretta al papa, che era firmata da.tutti i vescovi nitini. Dopo ciò, Silvio Antoniano per incarico del papa salutò i scovi ruteni i quali, per il loro bene e per quello della loro ne, e con indicibile gioia del Santo Padre, ritornavano dopo un , separazione di 150 anni, nuovamente alla roccia sulla quale •fi i aveva fondata la sua Chiesa, alla madre e maestra di tutte ; ùese, alla santa Chiesa Eomana. « Oh quanto è giusta la ¡"'l' >, esclamò egli « che voi stessi tributavate alla bontà e sapienza di Dio, la (piale vi illuminò, per riconoscere che le membra 1 Vedi la Lettera dei due vescovi del 29 dicembre 1595 presso Harasiewicz ■ " les ecclesiae Ruthenicae Leopoli 1862, 198. ■ V edi Bull. X 247. Le note riguardanti questa questione esistenti nell’ A r-‘ 'io dell'inquisizione Romana attendono ancora di esser pubbli- * 'li Atti rimanenti sono dati da ft. Hofmann: Ruthenica I: Die Wieder-" ‘ijung der Ruthenen. in, Orientalia Christiana, III-2, Soma 1924-25. ^pii.lmann loc. cit. 98; Likowski 139; v. Smolka, Die reussische Welt, ’ ifiiua 1916, 162. ‘Vedi Baronio, Annales VII. Venezia 1739, 859 s. Cfr. * Diarium P. '•'■Diiis al 23 dicembre 1595, Barb. 2815, Biblioteca Vaticana. \stor, Storia ilei Pjpi, XI. 27