335 fosse chiamata sul palco non è a dirsi: dopo le trentacinque non ne ho più tenuto memoria. Ma questo non fu che il preludio, la mostra di ciò eh’ era serbato alla fine. A mezzo della sua cabaletta, con più zelo d’ ammirazione, che rispetto certo al suo canto, dal vedere al non vedere è involta e investita da una pioggia di oro mista a (lori minuti, con cui discendea dal ciel della scena la gratitudine del sig. Gallo, il padre Giove di questa Danae gentile. Volano in questo fuori dalle logge, dai loggiati e fino dalle finestre dell’ alto, sonetti e colombi, cardellini e ritratti; dalla platea e dalle logge si agitano i fazzoletti e bianchi e rossi e gialli ; si fanno bandiere dei bastoni, sventolano in aria in cima a quelli fino a’fiori e i cappelli, e dove non possono aiutare le mani aiutano ad applaudire le gole, i piè, le ginocchie. Qui uscirono le voci di cara, di benedetta, A’immensa (epiteto dato al mare), qui in somma lo strepito, la faccenda, l’entusiasmo, il furore sali a tale apice di perfezione, eh’ io non vidi nè vedrò forse 1’ e-guale mai più. E tutto questo fu pregio del canto. Oh canto veramente sovrano I Però sappiate che la Malibran non si mostrò qui ottima attrice, che non si mostrasse ancora miglior donna. Ella con atto generoso e gentile ricusò di ricever dal Gallo nessun compenso, e