264 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VI. non voleva accettare la religione del sovrano entro un dato tempo, doveva .vendere i suoi beni ed emigrare, dopo aver pagato la tassa d’emigrazione, prescritta e fissata dalla legge.1 Siccome le Commissioni erano munite d’una scorta militari; per loro difesa, esse non trovarono seria resistenza. Non si venne in nessun luogo allo spargimento di sangue come in Inghilterra e nell’Olanda durante simili procedimenti contro i cattolici, ma in molti luoghi si commisero atti di violenza, i quali si spiegano in parte col fatto che prima erano state distrutte dai protestanti case parrocchiali e chiese cattoliche. Ora fu reso pan per focacci;;.: « con dolore », come dice un documento contemporaneo, « dei cattolici buoni, che per carità cristiana non volevano esser vendi cativi ».2 Nella Stiria, le commissioni di riforma raggiunsero presto facilmente il loro scopo immediato; il numero di coloro, rimasti apertamente fedeli alla confessione protestante e decisi ad emigrare, per quanto notizie molto incomplete permettono un giudizio, fu meravigliosamente piccolo.3 Più difficoltà sorsero in Carnia, e le più gravi in Carinzia. Qui venne messo a capo della Commi sione il vescovo di Seckau, là il vescovo di Lubiana Tom maso Chroén, un ardente convertito, poiché alle misure violenti doveva sempre precedere un’istruzione pacifica, e solo in caso di infruttuosità dovevansi appbcare i mezzi coercitivi. 4 Del resto in Austria il procedimento fu in sostanza molto più mite che nei territori dell’impero, poiché in molti luoghi l’esecuzione dei severi decreti non fu secondo il rigore delle prescrizioni. Così restò il protestantismo ancora per lungo tempo una potenza. I suoi aderenti nei paesi di Ferdinando si dimostrarono sempre in tutti i ceti della popolazione apertamente tali, e non quali protestanti occulti. 5 1 Vedi Janssen-Pastor V 266 s. e la letteratura speciale ivi indicata, ali quale si sono aggiunti ora anche : Briefe und Akten (2 Vol.), pubblicati d; Loserth, Vienna 1906 e 1907 (Fontes rer. Austr. Vol. 58 e 60). Per la critica, di questa pubblicazione cfr. Schmidlin negli Hist.-polit. Bl. CXLIII 387 • Intorno all’invio d’un commissario dell’inquisizione romana per la distruzione dei libri eretici in Stiria, Carnia e Carinzia vedi Baumcarten, Neu? Kunde 237. 2 Vedi Janssen-Pastor V 268. 3 Cfr. Huber IV 348. 4 Vedi Schuster, M. Brenner 443 s., 480 s.; Schmidlin 38 s.; Loserth nell'Archiv f. Gesch. von Kärnten XIX (1900). Rimarchevole, e per quanto io sappia, sconosciuto sin ora è il * Breve al vescovo di Bamberga del 23 agosto 1597, il quale esorta al ristabilimento della religione cattolica in Carinzia. Arra. 44 t. 41, n. 203, Archivio segreto pontificio. Cfr. ibid. t. 44, n. 187 il * Breve dell’8 luglio 1600 al vescovo di Bamberga intorno all’eresia in Carinzia. 5 Vedi Loserth, Akten II v s.