Il barone Ludovico von Pastor. XVII -concesse per allora il permesso che venissero portati per Pastor i materiali di Archivio nella Biblioteca Vaticana. Entrato finalmente in quel santuario della storia, Pastor potè consultare pure gli indici e così fare le sue ricerche metodicamente. Alla vista di tanto tesoro egli concepì il grande programma di pubblicare accanto alla sua Storia un Corpus Catholicorum su la base dei documenti dell’Archivio Vaticano, lavoro che avrebbe dovuto abbracciare la pubblicazione di lettere di papi, istruzioni, relazioni e corrispondenze di nunzi, appelli ai papi ed estratti dei fogli volanti, bibliografie di opere apologetiche del secolo xvi. Le grandi pressioni esercitate per parte dei dotti e indubbiamente l’opera spiegata dal Pastor ottennero un secondo risultato assai grande per la storia: Leone XIII, che seppe ben apprezzare il contributo che alla indagine storica poteva apportare lo studio dell’Archivio Vaticano, Si decise pronunciare la grande parola per cui l’Archivio veniva aperto a tutti i dotti.1 Pastor restò in Eoma sino al giugno 1879. In quei mesi egli non conobbe riposo: lavorava da 10 sino a 12 ore al giorno, sfogliando solo nella Biblioteca Vaticana, come egli scrisse all’Janssen, 300 manoscritti, limitando per ora le sue ricerche dal 1450 al 1549. Nello stesso tempo visitò gli archivi e biblioteche di Napoli, Firenze e Milano, facendo ovunque largo bottino di documenti, finché nell’autunno, con due valigie di appunti, se ne tornò nella sua patria. Intanto egli pubblicava la sua tesi che aveva raggiunto le 500 pagine: Die Kirchlichen Reunionsbestrebungen während der Regierung Karls V, opera che assieme alla Corrispondenza del cardinale Contarmi durante la sua legazione in Germania nel 1541, da lui trovata in Eoma 1 La Nuova Rivista Storica, ann. XI (1928), fase. 5-6, riproducendo un mio articolo scritto su Pastor nel 1928, aggiunge una nota del prof. Massimiliano Claae il quale dà un’altra versione dell’apertura dell’Archivio Vaticano, che riporta al 1883, dicendo che erro attribuendone il merito al Pastor. Quanto scrivo qui sopra serva a rispondere al detto professore. Aggiungo che non solo Pastor stesso lo disse a me, ma il Dr. Dengel ne ha desunto la Memoria dalle carte lasciate dal Pastor. Circa la data dell’apertura dell’Archivio desumo dall’Eistorisches Jahrbuch an. VI (1885) p. 268 ss., le seguenti notizie: Leone XIII con Breve 20 giugno 1879 nomina il prof. Hergenrother «praeses vaticani tabularii sive archivista Apostolicae Sedis », dividendo così l’Archivio dalla Biblioteca Vaticana. Hòrgenròther il 3 luglio dello stesso anno viene investito di detta carica dal Card. Nina, Segretario di Stato; cominciano tosto i lavori per render l’edificio adatto per esser frequentato dagli studiosi. Esso ebbe un accesso proprio, di fronte all’ingresso dei giardini vaticani, mobilio proprio ecc. L’8 settembre 1879 il prof. Balan è nominato sotto archivista per la sorveglianza degli studiosi. Egli è investito di tale ufficio l’il novembre 1879. Il 20 maggio 1880 Leone XIII visitò il nuovo Istituto, che fu aperto finalmente a tutti gli studiosi. In memoria di questo fu posto un semibusto del papa nella sala di studio dell’Archivio con l’iscrizione « Leo XIII Pont. Max. Historiae studiis consulens Tabularii arcana reclusit anno MDCCCLXXX ». Pastor, Storia dei Papi, XI. b