Il papa si sforza di impedire uno scisma. è da attendersi imminente, dato il grande desiderio di pace dei Francesi, gli autori deducono che il papa, per non essere escluso da ogni influenza, dovrebbe immantinente prendere egli stesso in sua mano la conclusione della pace. Essi propongono, ch’egli metta ad Enrico per condizione: l’educazione cattolica del principe di Condé, presunto erede al trono; l’accettazione dei decreti tridentini e l’energico ristabilimento dell’unità della fede in Francia.1 Se a tali proposte non fu data per ora che una risposta evasiva, l’occupazione della capitale francese 2 per parte di Enrico, dovette persuadere il papa, che uno dei grandi ostacoli, per una trattativa diretta, cioè il mancato riconoscimento di fatto, non esisteva più. Enrico di Navarca era considerato in realtà vero re della Francia, anche dai cattolici francesi.3 Ma il secondo ostacolo grave, ¡1 dubbio sulla sincerità della conversione di questo principe, permaneva inalterato nella mente del papa. Ciò non può destare meraviglia, tanto più, che anche la più parte delle grandi città della Francia, si fidavano così poco di Enrico in riguardo della religione, che nell’atto della loro sottomissione, si fecero garantire da lui con documento, la proibizione d’ogni altro culto all’infnori del cattolico.4 Se Clemente Vili, dopo una dura lotta intèrna si decise finalmente ad entrare in trattative con quell’uomo scaltro, al quale si era rivolta la maggioranza dei francesi, ciò si dovette principalmente all’evidente pericolo, sempre più minaccioso, d’uno scisma francese, al quale specialmente Partita faceva accenno di continuo.5 La Francia era un terreno adatto in modo speciale per tali avvenimenti, poiché le tendenze scismatiche dei secoli xiv e xv, vi si erano radicate più profondamente e più tenacemente che in ogni altra inazione. Di là veniva la così detta prammatica sanzione del 1438,6 la cui abolizione sotto Pio II e, per mezzo del concordato, sotto Leone X,7 ebbe il solo effetto che questa erba, appena falciata, spuntasse di nuovo con più vigoroso rigoglio.8 Erano principalmente i parlamenti, che si credevano chiamati 1 Vedi L’Epinois 613 s. Cfr. Desjarbins V 189 s. J Intorno alla presa di Parigi trattò la Congregano Franciae et Su Officii in ima seduta, elle fu tenuta il 13 aprile 1594 sotto la presidenza del papa in Vaticano. * Annotazioni di Santori, loc. cit. Archivio segreto pontificio. 3 Cfr. Paruta, Dispacci III 276. 4 Cfr. Mariéjol, Hi-'t. de France VI 1, 391. 5 Vedi Paruta, Relazione 429; cfr. Dispacci II 229 s., Ili 28, 43. ' Cfr. la presente opera, voi. I 298 s. ' Cfr. la presente opera, voi. II 98 s.; IV 1, 547 s. 8 Così giudica giustamente Phillips (III 341).