730 Appendice. 37. Istruzione di L. Taverna per il suo successore nella nunziatura di Venezia Antonio Maria Oraziani.1 Venezia, 30 marzo 1596. «... Una delle più importanti cure che habbi il Nuntio qua è il tribunal della s. Inquisizione. . . Si rauna tre volte la settimana cioè il martedì, il giovedì, il sabato; in esso sono capi et giudici il Nuntio, il Patriarca et l’Inquisitore. V’intervengono però l’auditore del Nuntio, il vicario del Patriarca et il commissario del s. Officio, ch’è frate eletto dall’Inquisitore et hanno voto consultivo. Vi assistono anche tre senatori principali nominati dall’ecc. senato per dar il braccio secolare quando bisogna fare qualche cattura o altra esecutione. Io per l’ordine espresso datomi da N. Sre prima che partessi di Roma non ho mai mancato d’andare a questo tribunale se non il sabato per essere quel giorno ordinariamente occupato in scrivere, se ben anco in esso si è atteso ordinariamente ad esaminare i rei o testimonii riservandosi poi il fare il decreto et le risolutioni martedì et giovedì acciò vi fossimo tutti presenti importando assai la presenza del Nunzio per l’autorità dell’offitio, per il rispetto che gl’hanno li clarissimi assistenti et per esser li Nuntii per il più di professione legale, della quale non sono il Patriarca et l’Inquisitore. Però sarà gran servitio di Dio benedetto e di S. S*'* che V. S. R. ci vada quanto più spesso potrà et procuri con la prudenza et destrezza sua di mantenere la giurisdittione et autorità di detto tribunale in che li bisognerà essere oculatissima. Gioverà anco assai il tenere buona intelligenza con il p. Inquisitore essendo vigilante, assiduo, di grande integrità, molto intelligente et prattico in questi negotii oltra la notitia che potrà dare delle cose di Venetia, delle quali è molto informato per esservi stato lungo tempo . . . « Quando s’ha da sententiare diffinitivamente in quale he cosa d’importanza si sogliono chiamare quattro altri consultori, due canonisti et due theologi ch’habbino però notitia de’ canoni et doppo esservi uditi tutti li voti consultivi il N untio, il Patriarca et ¡’Inquisitole pronuntiano come li pare che ricerchi il giusto et l’honesto. In tempo mio non mi ricordo che sia mai stata differenza tra noi tre, ma se vi nascesse li voti di due prevaleriano ...... Quando venni a Venetia li regolari vivevano con tanta licenza et dissolutione ch’era grandissima vergogna et scandalo ». Io ho tentato una riforma, ma occorre proseguirla. Per ordine del papa ho scacciato due apostati dei «minimi conventuali, fra Paolo della Pergola e ira Fabritio Napolitano »; essi ora vivono come profughi ed hanno eccitato il governo contro il papa ma invano. Fra Paolo è ancora in « quest i contorni », egli spera dopo la mia partenza di potervi restare: il nunzio deve interessarsi che Fra Paolo venga punito. Continue « differenze di giurisdittione » fra i vescovi e i magistrati. Io ho sempre difeso la giurisdizione ecclesiastica. Intrusioni I 11 s. A r eh ìtìo Oraziani in Città di Castello- 1 Cfr. sopra p. 432, 475, 481.