Risultati di Dietrich von Fiirstenberg, principe vescovo di Paderborna. 269 tiare nella sua piena estensione l’autorità sovrana, la quale era • t ata minata specialmente in Paderborna dal patriziato, che aveva in sue mani il Governo.1 Secondo le decisioni della pace religiosa di Augusta, il principe vescovo di Paderborna, come principe immediato dell’impero e nvrano, aveva senza dubbio il diritto di imporre alla sua diocesi !.t confessione cattolica come religione del luogo, e di vietare ogni Mitra confessione. Basato su questo diritto, del quale tutti i vicini protestanti si erano già da lungo serviti a loro vantaggio, Teodorico von Fiirstenberg, dopo d’aver indugiato quasi per dieci anni, vietò nel 1596 dapprima nelle parrocchie di campagna il culto pubblico protestante ed allontanò i predicanti. Questa misura suscitò tra i protestanti una tale eccitazione, che la nobiltà, i usieme ai rappresentanti di diverse città, ricusarono recisamente le. imposte per la guerra turca.2 .Maggiore eccitazione ancora si sollevò, allorché Teodorico si •cinse ad ottenere un mutamento della situazione religiosa nella capitale. Pur ivi egli era perfettamente nel suo diritto. Paderborna non era soggetta direttamente all’impero.3 Quindi Teodorico, il :: 1 gennaio 1599, fece chiudere la chiesa del mercato, nella quale i! parroco Ttinneken, apostata dalla Chiesa ed ammogliato, aveva in allora impunemente predicato. L’astio dei protestanti di Pa- 1 Ciò rileva chiaramente Richter (Gesch. der Stadt Paderborn II P. 1903, 220). 2 Vedi Richter, Gesch. der Paderborner Jesuiten I 56 s. 3 Anche basandosi su la così detta lettera di assicurazione di Ferdinando I ì sudditi di Paderborna, di confessione protestante, non avevano il diritto i pubblica libertà religiosa, poiché a prescindere, che questa assicurazione era Mata data all’insaputa degli stati cattolici e senza il loro consenso, e non era stata accolta nelle leggi delFimpero, e perciò non aveva nessun valore giuridico, essa non poteva venir applicata a Paderborna, poiché al momento della conclusione della pace di religione i cittadini di Paderborna non avevano nemmeno la libertà di culto della confessione evangelica, poiché sino all’anno 1566 il vescovo iiembert von Kerssenbrock era riuscito a tener lungi dal territorio della sua diocesi la dottrina protestante. L’asserzione che costantemente ritorna nella monografia di Löher: Gesch. des Kampfes um Paderborn vom Jahre 1597-1604 (Berlino 1874) della libertà di religione dei Paderbornesi, che Fiirstenberg avrebbe calpestato, è assolutamente insostenibile. Il giudizio d’un contemporaneo, l’avvocato Giov. Fichard, di Francoforte, il quale era un giurista pratico, conferma che quei di Paderborna non avevano il diritto di chiedere, quali sudditi del principe vescovo, contro la sua volontà l’esercizio pubblico della religione protestante; vedi il suo parere sfuggito a Löher in Jacobson, Gesch. der Quellen des evang. Kirchenrechts f. Rheinland u. Westfalen 515. Che del resto la » narrazione fantastica » del Löher « susciti anche altrove continuamente gravi dubbi», «che gli manchi assolutamente la critica» e che egli si sia reso colpevole di « gravi malintesi linguistici delle fonti », è stato già dimostrato con prove schiaccianti dal vecchio-cattolico Stieve (V 708 n. 1) il quale qui non e certo sospetto.