332 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VII. sciare in libertà, nè giustiziare. In principio la prigionia fu molto severa; ma dopo la nomina di un nuovo direttore delle carceri, fatta nel 1593, essa prese un andamento di mitezza inusitata in Inghilterra verso sacerdoti cattolici. I prigionieri non vennero più sorvegliati nei loro pasti comuni, essi poterono anche vedersi scambievolmente, fare una raccolta di libri, che potevano prestare pure al di fuori ad altri sacerdoti; fu loro possibile ricevere d'Ile visite ed accettare regali dai visitatori. Alcuni cattolici intrapresero dei lunghi viaggi per respirare di nuovo l’aria d’un ambiente del tutto cattolico, per chiedere ivi consigli e per ricevere i sai l amenti. Il gesuita Enrico Garnet scrisse dopo una tale visita ai « Confessori di Wisbech », che da sette anni egli non aveva goduto d’un simile conforto, che durante il tempo che egli aveva passato presso di loro, egli si era sentito come se fosse in cielo. Dopo circa due anni di questa vita comune, un po’ più libera, si mostrarono pure gli inconvenienti di questa libertà. Fra i tren-tatre prigionieri si trovarono degli uomini di un diverso modo di pensare, e non tutti possedevano quell’elevatezza intellettuale che distingueva di solito i « Confessori di Wisbech ». Tre di loro vennero più tardi all’apostasia, alcuni altri già nei seminari avevano dato prove d’un carattere indomabile e difficile. In tutti può presupporsi l’energia ed indipendenza che esigeva la vita di missionario in Inghilterra, ma in tutti la reclusione di tanti anni nello stesso luogo e con le stesse persone deve aver prodotto una tensione anormale di nervi. Così durante i pasti comuni si veniva a discussioni violente; per coloro, che secondo la loro disposizione naturale e per la loro educazione tendevano ad un concetto più severo della vita sacerdotale, sembrava che prendessero piede dei modi troppo liberi, e temettero per questo, o con ragione o senza, che si potesse giungere a qualche vero scandalo. La tendenza più libera e quella più severa ebbero i loro protagonisti in due uomini di alta intelligenza, nel gesuita Guglielmo Weston e nel sacerdote secolare Cristoforo Bagshaw. Quest'ultimo già durante i suoi anni di studi in Oxford, Reims e Roma, aveA7a dato prova d’essere un attaccabrighe, difetto che aveva tolto alle altre sue buone qualità tutta la loro efficacia. Weston era un asceta austero, severo verso se stesso, ma, anche verso gli altri, non troppo mite. Dopo il Natale 1594 egli cominciò a ritirarsi dalle riunioni comuni, e prese i suoi pasti nella sua stanza.1 1 Iuvencius (loc. citi., p. 219) racconta: «Mota rixa,catTiolicus nescio qui* [Tommaso Bluet] sacerdotem palam graviterque percusserat. Hunc sancitapei canone» sacros poena teneri, communique consortio, donec absolveretur incendimi sentiebant ceteri praesertim P. Guillelmus Westonus... Dissensit aeriti ' Bagsliaus et alii, principio pauci, inox plures etc. » Dopo che la maggi°raIlz‘l