Enrico IV prende posizione per il papa. 603 Ancora prima che quello giungesse in Francia, aveva Enrico IV preso posizione. Egli riconobbe colla stessa chiarezza, come il suo rappresentante D’Ossat in Roma, quale grande vantaggio egli potrebbe trarre per la Francia, mediante un retto atteggiamento iu quest’affare. Ogni guerra che scoppiasse in Italia non poteva essere che utile al re di Francia, senza che egli vi si immischiasse, poiché essa avrebbe impegnato gli Spagnuoli, Firenze e Savoia. Se poi il papa si rivolgesse per un’appoggio al re di Francia, ne risulterebbero ancor maggior vantaggi. Con ciò potrebbe Enrico far facilmente scordare, quanto in diverse occasioni, aveva creduto di dover fare contro la volontà della Santa Sede. Se egli da solo aiutava il papa, egli lo obbligava assieme ai successori ad una perenne gratitudine.1 Nella chiara convinzione, che un appoggio a Clemente VIII nella questione di Ferrara sarebbe il miglior mezzo, come si era espresso D’Ossat, per dare un nuovo splendore ai gigli in Roma, e per assicurare per sempre alla Francia la sua antica posizione alla Curia,2 dimenticò Enrico IV le relazioni amichevoli d’una volta della Francia verso gli Estensi, e ordinò al suo ambasciatore in Roma, Piney, di offrire al papa l’aiuto del regno di Francia. Che egli non solamente era pronto a mandare un esercito oltre le Alpi, ma pure di comparire in caso di bisogno personalmente con tutta la sua armata a prestare soccorso.3 Questa dichiarazione fece somma impressione in Roma. Non si parlò che di questo. D’Ossat sperava già, commosso di gioia, che il siio sovrano verrebbe a riprendere la posizione d’un Pipino e d’un Carlo Magno verso la Chiesa. Egli riferì, che qualora il progetto si effettuasse, i nemici della Francia, soprattutto gli Spagnuoli, si consumerebbero per l’invidia e per la gelosia; poiché non poteva prestarsi miglior occasione di questa a smentire le calunnie spagnuole, che Enrico dopo l’assoluzione si sarebbe dimostrato il più grande nemico della Chiesa.4 Ma Clemente Vili, per quanto preziosa gli giungesse l’offerta di aiuto della Francia, non avrebbe visto volentieri, per la pace universale, che le truppe francesi comparissero in Italia. Nel caso che egli già non fosse stato in grado di tutelare il suo diritto colle Filippo II del 23 novembre 1597, nel quale è detto, che il re forse saprà già ” (luae proxime apud nos Ferrariae acciderunt et quam certa et manifesta sint uira huius S. Sedis in ea civitate et ditione optime etiam nosti ». Arm. 44, t. 41, n- 265 Archivio segreto pontificio. 1 Cfr. Lettres d’Ossat I 489. 2 Vedi Lettres d'Ossat I 490. 3 V edi Callegari nella Biv. stor. XII 26. 4 Vedi Lettres d’Ossat I 490 s.