534 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. Nella maggioranza dei casi però egli provò che gli venivano attribuite delle opinioni, che egli non si era mai sognato di difendere.1 Nel frattempo in Spagna il libro di Molina era stato giudicato dal consiglio del re di Castiglia, come pure da quello di Aragona, in un modo molto onorifico per l’autore, nè alcuna delle sue tesi fu ivi criticata.2 L’arciduca Alberto diede allora il permesso della vendita dell’opera. Sinora, dunque, gli attacchi contro Molina avevano avuto il solo risultato, che il suo libro uscisse appunto sotto la protezioni-dell’inquisizione portoghese, come pure con lo stemma e la protezione del consiglio reale di Castiglia e di Aragona. Più tardi vi si aggiunse ancora l’approvazione dell’inquisizione castigliana.3 Molina si potè dire ricompensato dei passati dispiaceri, col plauso ch’egli ne raccolse in cerehie più estese. Ancora durante la sua vita ebbe il suo scritto nuove edizioni in Cuenca, Venezia, Lione e Anversa.4 Il professore di teologia Garcia Coronel in Valladolid si esternò così, che l’idea fondamentale del libro non era bensì nulla di nuovo, essa si trova, secondo il suo avviso, già chiara in Agostino ed in Tommaso d’Aquino, ma che Molina era pure il primo che l’aveva trattata in particolare, schiarendo le difficoltà e rinforzando le prove; che i teologi i quali avevano da combattere gli eretici eran grati dell’arma che egli offriva loro.5 Leonardo Lessio, il quale in Lovanio si trovava in contesa con le dottrine di Baio, si pronunciò con entusiasmo per Molina,6 il quale propugnava la stessa sua opinione intorno alla grazia efficace. Il giudizio di Lessio è anche per questo d’importanza, perchè Francesco di Sales, il quale venne più tardi dichiarato dottore del la Chiesa, si professava per suo compagno d’idee nella dottrina della predestinazione.7 1 Astràin 158. 8 Ibid. 156. 3 Vedi più sotto, p. 536. 4 Sommervogel IX, 683. L’edizione di Anversa del 1595, prescindevi" da alcune piccole differenze non essenziali, si distingue per l’aggiunta d unn appendice nella quale Molina si difende da malintesi od attacchi. In que.-o edizioni di Cuenca, Venezia, Lione, alcuni paragrafi sono sostituiti da nucu scritti nei quali Molina si occupa di nuovo degli argomenti da lui già trattati in antecedenza (Sommervogel, Iire partie, V, 1169). Dal 1602 sino al l*1'1 seguirono ancora cinque edizioni. 6 Lettera del 17 ottobre 1600, presso Astràin 225. 6 Lettera a Bellarmino presso Le Bachelet, Bellarmin avant son con 1 nàlat, 272. 7 Francesco di Sales a Lessio il 26 agosto 1613, Schneemann, 4; fac-si'1" 1 della lettera presso Cretineau-Joly III, 22. La dottrina della predestinazw’^ di Lessio esclude completamente la predeterminazione fìsica di Baùes ; ' ' Schneemann, 325-327.