Il papa e la questione della successione in Inghilterra. 353 successione al trono d’Inghilterra, ma queste trattative non presentano che poca chiarezza e poca energia. Per i circoli romani rimase tuttora Persona l’uomo di fiducia di questa faccenda. Un messo di Inghilterra con presunti incarichi di altissima importanza fu dal nunzio di Madrid diretto a Roma, perchè il papa volesse ordinare al gesuita inglese di prendere questa faccenda nelle sue mani, nonostante che le regole dell’ Ordine proibissero di occuparsi degli affari d’uno Stato.1 II papa inviò il 12 luglio 1600 tre brevi al nunzio in Fiandra, che questi avrebbe dovuto conservare, finché potevano esser utili; uno di questi esortava i cattolici inglesi alla concordia, gli altri due avvertivano l’arciprete ed il nunzio di non appoggiare alcun pretendente al trono, che non fosse cattolico.2 Alcune lettere allegate ai brevi, contenenti istruzioni per il nunzio, sono composte da Persons. In una lettera a Persons del 19 agosto 1600, il nunzio Mirto Frangipani osserva che i brevi nella loro forma indecisa farebbero probabilmente poca impressione: occorrerebbe decidersi per un determinato successore al trono, e dirne il nome. Persons ebbe al riguardo il 12 settembre un colloquio col papa. Come sembra, in Roma il più volentieri avrebbero appoggiato le aspirazioni di casa Farne«', le quali avrebbero potuto esser convalidate per mezzo d’un matrimonio con Arabella Stuarda, la nipote di Darnley.3 Si dovette però aver riguardo ad Enrico IY, ed il re di Francia rispose al suo cardinale D’Ossat, dal quale gli erano stati comunicati questi progetti, in forma del tutto negativa. Egli scrisse, che il partito cui si appoggiavano il papa e gli spagnuoli era così debole, che la situazione dei cattolici inglesi diventerebbe ancora peggiore, in caso che essi ricorressero alla violenza. Che se gli spagnuoli cercassero di mettere piede fermo in Inghilterra, egli si schiererebbe contro di loro. 4 In Spagna difatti l’ardente questione della successione al trono inglese venne ripetutamente in discussione. Mediante due lettere dellM.1 maggio e del 12 giugno 1600, l’ambasciatore spagnuolo richiamò l’attenzione sull’importanza della cosa; in seguito a ciò 1 Pollen, loc. cit., 572. -* Brevia, Arm. 44, t. 44, n. 190, Archivio segreto pontificio. ! Il cardinale iD’Ossat ad Enrico IV il 26 novembre 1601, Lettres, II, 501 ss. r‘,: pretenzioni di Farnese vennero ugualmente sostenute nei Paesi .Bassi. Leciiat, 167-169. li erger de Xivrby, Lettres missives de Henri IV vol. V, Parigi 1850, 512; f.?LLEN’ ^0C- Intorno alla posizione di Enrico IV, cfr. Prévost-Paradol, y. beth et Henri IV 1595-1598, Parigi 1862; Laffleur de Kermaingant, J ambassade de France en Angleterre sous Henri IV, Mission de Jean de Thu-1netU, sieur de Boissise, 1598 à 1602, Parigi 1886; Mission de Christ, de Harlay, tonte de Beaumont, 1602 à 1605, Parigi 1895. Pastor, storia dei Papi, XI. 23