84 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo II. quale segretario dell’ambasciatore francese, Paolo de Foix; poi divenne consigbere dei cardinali protettori di Francia, Este e Joyeuse, ed, in ultimo, agente della regina vedova Luisa. Egli conosceva minutamente l’ambiente di Roma e poteva disporre di ottime relazioni con molti personaggi influenti della Curia. Inoltre egli possedeva straordinari talenti diplomatici: finissimo intuito, penetrazione psicologica, esattezza di giudizio,1 grande abilità negli affari. Era maestro « nell’intuire il momento propizio, nel trar vantaggio da complicazioni sfavorevoli, e nel trovare una via di uscita anche nelle situazioni più diffìcili ».2 Solo ad un tal uomo poteva riuscire di rimuovere gli ostacoli, che minacciavano l’esito della missione di Du Perron. Sebbene gli spagnuoli mettessero in moto tutti i mezzi e cercassero proprio allora di far credere al papa, che uno scisma in Francia sarebbe da temersi proprio nel caso dell’assoluzione dello sleale Enrico,3 Ossat si mise coraggiosamente all’opera, poiché era convinto, che Enrico si trovava in una posizione molto più favorevole, che non il papa. Che le trattative si sarebbero svolte lentamente, egli se l’attendeva, corrispondendo questo alle consuetudini della Curia. Ciò va sopportato pazientemente, scriveva egli a Parigi, ma nello stesso tempo insistette per un procedimento leale, quale condizione principale per una buona riuscita.4 Presso Clemente Vili, il quale aveva allora ordinato di nuovo preghiere speciali e processioni per il bene della Francia,5 Ossat trovò un’accoglienza, quale meglio non poteva desiderare. La stessa prima udienza segreta del 15 dicembre 1594, si svolse molto bene. In essa Ossat consegnò una lettera di Enrico in data dell’8 novembre. Ivi era detto che non considerazioni terrene, 1 È rimarchevole, come egli apprezzasse subito giustamente la politica francese di Gregorio XIV; egli scriveva il 22 gennaio 1591 intorno all’appoggio della lega da parte del papa: « C’est uno aide que n’aidera pas tant l’un parti comme elle offensera l’autre». Tamizey de Larroque, Lettres ine'd. 32. - Vedi Wilckens nella Zeitschr. /. Kirchengesch. XVII 544. Ossat caratterizza se stesso, allorché egli scrive una volta: «Ce que la fortune sembloit me présenter de la main gauche, je le prit de la droite». Lettres I 86. 3 Vedi Lettres d’Ossat I 54. 4 Vedi ibid. 72-76. Già il 3 luglio 1593 aveva Ossat scritto a Pisani * che era sicurissimo che detta assolutione senza contrario non si otterrà in meno d’un anno per la lunghezza della corte et che le conditioni da darsi per forma di penitenza ne vorranno anco spatio di più d’un altro. Borghese III 72b p. 154, Archivio segreto pontificio. 5 Cfr. * Diarium P. Alaleonis al 7 e 9 dicembre 1594, Barò. 2815, B i-blioteca Vaticana; Carte Strozz. I 2, 227 s.; * Avviso del 10 dicembre 1594, Tiri). 1062, Biblioteca Vaticana; Paruta, Dispacci II 509. In un * Breve dell’11 gennaio 1595 al vescovo di Nevers dice il papa, che egli sperava nell’intercessione dei santi patroni della Francia. Arni. 44, t. 40, p. 7, Archivio segreto pontificio.