Si(.¡smondo III e il trono di Svezia; pretese di Carlo di Sòdermanland. 381 BàtUory.1 La questione più importante, della quale si occupò la. dieta nell’anno 1593, fu il viaggio di Sigismondo III in Svezia, sua patri:!, progettato da lui già l’anno prima. Allora, a causa della situazione difficile della Polonia, il papa lo aveva sconsigliato.2 Essendo però il 17 novembre 1592 morto il padre di Sigismondo, Giovanni III, e cadendo la corona di Svezia sul capo del re dell Polonia, avvenne un completo mutamento della situazione. Ma ' più grandi difficoltà si opposero fin da principio alla presa di possesso di questa sua legittima eredità. Queste partivano in prii linea dallo stesso suo zio Carlo, Duca di Sòdermanland, il qua a era deciso di impadronirsi a qualunque costo della corona svi l:\se. Questo politico senza scrupoli, perspicace e freddo calcolati1, si mise all’opera con un’astuzia senza pari. Fu per lui di vantaggio il fatto, cbe in precedenza egli aveva già negli ultimi tempi di Giovanni III effettivamente diretto il governo di Svi/.la. Sigismondo III non potè impedire che questo zio continuasse per il momento a dirigere gli affari di quello Stato. 1/8 gennaio 1593 il duca Carlo si fece rilasciare una conferma dai consiglieri del regno, che essi lo considererebbero il primo nel jr<>verno durante l’assenza del re. Inoltre essi si obbligarono di difendere tutto ciò che verrebbe deciso d’accordo col consenso di Carlo, senza distinzione, tutti per uno, e ciascuno per tutti. E se anche quest’accordo letteralmente non doveva recare alcun turi ) alla fedeltà verso il legittimo re Sigismondo, pure non solo esso era contrario alla legge, ma anche la più grande usurpazione ini!. aginabile della sua libertà d’azione. Egli fu costretto di dare il suo consenso ad una forma di governo stabilita a sua insaputa, e qualora egli avesse disapprovato una misura di Carlo o dei suoi consiglieri, questo solo sarebbe stato il segnale per la divisione.* ■