228 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo V. Clemente non vide che il principio di questo rivolgimento, il quale minacciò seriamente non solo la lotta contro il Turco, ma pure come nell’Ungheria e nella Transilvania1 così anche nell’Austria, la riforma e restaurazione cattolica da lui promossa con tutte le forze. Egli anche nel 1604 si era deciso per un sussidio finanziario all’ imperatore, mentre allo stesso tempo si 1 Huber (IV 412 s., 439 s.) dà un buon riassunto degli avvenimenti politici della Transilvania e del l’Ungheria, però riguardo alle condizioni ecclesiastiche le sue spiegazioni sono assolutamente insufficienti (cfr. intorno a ciò più sotto cap. VI). Fraknói (in Magyarorszàg és a római szentszék III 245 ss.) ha trattato brevemente, ma bene, intorno alle relazioni di Clemente Vili e la Transilvania. Egli dimostra come al papa brillarono sempre due scopi d’innanzi agli occhi, il combattimento dei Turchi ed il ristabilimento dell’unione della fede in Transilvania. Siccome il progetto di abdicazione di Sigismondo Bàthorv minacciava entrambi gli scopi, venne esso combattuto fervorosamente dal nunzio A. Visconti. Allorché Sigismondo insistette sulla sua abdicazione, Clemente Vili fu contrario, che il principato fosse occupato dal cardinale Andrea Bàtliory, da lui ritenuto con ragione inabile al governo. Sigismondo abdicò il 10 aprile 1598 a favore dell’imperatore, si pentì però di questo passo, e ritornò in agosto di nuovo in Transilvania, per riabdicare finalmente il 30 marzo 1599 proprio a favore del Cardinal Bathory. Questi chiese l’intervento del papa per esser riconosciuto dall’imperatore. Clemente Vili volle sfruttare quest’occasione in favore della guerra contro il Turco. A questo scopo servì la missione di Germanico Malaspina, della quale tratta, in base agli archivi romani, Adalberto Ambrò nel suo articolo intorno all’attività di Malaspina in Transilvania nel 1599, nel periodico ungherese Kath. Szemle 1887, 253-290. ('fr. ancora su ciò, Veress, Mon. Vat. Hung. 317 ss. Gli sforzi di Malaspina per il mantenimento del governo di Bàtliory vennero distrutti dalla vittoria del voivoda Michele sul Cardinal Bàtliory, il quale trovò la morte il 28 otto-lire 1599 nella battaglia di Nagyszeben (Sibiu) (cfr. intorno a ciò la Relazione di Malaspina del 14 novembre 1599 nei Docum. privit. la storia Eomànìlor. Ili, 1, 511 ss., e Veress loc. cit. 358). Segue l’episodio di Michele, il « Vallacco », che Clemente Vili invitò il 22 aprile 1600 al ritorno alla Chiesa cattolica (v. il Breve r\<òtì.’Archiv /. Gesch. Siebenbürgens N. S. XIX [1884] 596 ss.). Sigismondo Bathory, il quale il 3 febbraio 1601 venne ancora una volta eletto principe di Transilvania, l’anno seguente era già stanco di regnare; egli cedette il paese all’imperatore, i cui commissari cercarono di sanare le piagho delle lunghe guerre e di ristabilire nello stesso tempo la Chiesa cattolica (cfr. il Breve del 1602 nell’Archiv f. Gesch. Siebenbürgens N. S. XIX, 601 ss.). Dopo la repressione di una rivolta nel 1603 credette il generale imperiale Basta di non poter tenere in freno il paese, che con le misure più rigorose. L’aristocrazia venne severamente punita e nelle città non fu ammesso d’ora innanzi che la religione cattolica. I Gesuiti vennero richiamati a Kolozsvàr (Cluj). L’annullamento dei diritti politici ricondusse poi nuovamente ad una rivoluzione, la quale fece causa comune con quella che era scoppiata in Ungheria. (V. Huber IV 434 ss.). Schiarimenti secondo gli atti, intorno agli avvenimenti d’allora, sono d’attendersi dalie pubblicazioni del prof. Veress, le quali si trovano ancora nei loro primordi. Di somma importanza sono le Relationes Nuntìorum apost. in Tran-silvaniam miss, a Clemente Vili 1592-1600, ed. Veress, Budapest 1909 pubblicate nei Mon. Vat. Hung. II 4. Cfr. inoltre il risarcimento d’onore dell’educatore e confessore di Sigismondo Bathory, il gesuita Alfonso Carrillo, da parte di Veress mediante la pubblicazione delle sue Epist. et acta (Mon. TJng. Hist.