L’appello al papa. 3 U deli1 e perseguitati ingiustamente. Seguirono ulteriori trattative ,.(ii consiglieri del re, e Bluet poteva persino presentarsi d’innanzi alla stessa Elisabetta ed esporle le sue vedute. L’accondiscendenza andò ancora più oltre: benché, secondo le leggi inglesi, un appello al papa fosse considerato come un delitto degno del patibolo, Bluet potè azzardarsi a presentare la domanda di poter partire con alcuni altri sacerdoti secolari per Eoma, per appoggiarvi l'appello già ivi presentato, o mèglio insistere piesso il papa, per il richiamo dei Gesuiti.2 Il Governo accettò questa proposta; le porte del carcere si aprirono, e, muniti di passaporti inglesi3 al principio del novembre 1601, dei prigionieri di Stato, dichiarati rei di morte, si recarono a Roma per indurre il papa, che era stato proclamato da tutti i pulpiti per il più grande nemico dell’Inghilterra, a farsi alleato dell’Inghilterra contro sacerdoti cattolici. Elisabetta, sempre astuta, aveva pensato che gli si potesse far pervenire persino una parola d’adulazione, da bocca sommamente sovrana: « al contrario di Pio, Gregorio e Sisto, i papi bellicosi », ci,\.i si espresse ella verso Bluet, « sarebbe Clemente proprio ciò che il suo nome significava: un papa pacifico ».4 Per render meno sorprendente il viaggio di Bluet e dei suoi compagni, furono essi esiliati » dall’Inghilterra, dopo aver loro prima dato l’occasione di provvedere i mezzi necessari per il loro viaggio per Roma.5 Arrivati in Belgio, gli inviati appresero che Roma aveva già deciso sul dissidio il 17 agosto 1601. Anche Blackwell aveva riceverò il breve pontificio; ma egli si permise di tenerlo occulto per alcuni mesi, fino al 1602, quando uscì per la stampa l’ultimo scritto polemico di Persons.6 Il Breve, il quale « unisce nel modo più fcLice il duplice scopo di tutelare la giustizia e la disciplina ecclesiastica », respinge 7 l’appello, ma dà ragione agli appellanti, in 1 -Meyeii, 377. 2 Ibid., 378. 3 In data agosto, ottobre e novembre. Ibid., 379 annot. “Ibid., 379. Alcune altre espressioni di Elisabetta intorno «al papa» (('¡••mente Vili ?), del 24 dicembre 1597, presso Piiévost-Paradol, Elisabeth et Henri IV, 170. Egli avrebbe detto a due gentiluomini inglesi, che Elisabetta era eretica sì, ma del resto la sovrana più compita della terra, e che per essa si irebbe messo a disposizione più volentieri che per tanti altri principi. Vice-'11 a si lagnava la regina delle favole che si spargevano in Roma intorno alla SU>| crudeltà contro i cattolici; che essa non aveva mai perseguitato un cattolico, tolto il caso di persone pericolose per lo Stato. Che le differenze fra le diverse confessioni religiose non erano poi tanto importanti, che non esisteva che un solo tristo e un solo credo, che tutto il resto erano delle bagattelle, sulle quali sarebbe facile intendersi, purché vi fossero duo soli principi di buona volontà c di coraggio nella cristianità. 5 Lingard, Vili, 391. 6 Lingard, Vili, 380 s. 7 Così Meter (381).