476 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo IX. Veneziani presso il commerciante olandese Gerardo Nis, il quale possedeva molti libri eretici, colmarono Clemente Vili di preoccupazione. Ivi il monaco dei Serviti, Paolo Sarpi, il cui padre era ugualmente commerciante, imparò a conoscere per primo la letteratura anticattolica. Fin d’allora a Clemente Vili non sfuggi quanto fosse pericoloso quell’uomo; quando Sarpi venne proposto per una diocesi in Dalmazia, egli rispose, che quel frate meriterebbe piuttosto una punizione anziché una ricompensa. Sarpi giurò di vendicarsi.1 Nel 1604 un predicante calvinista si permise di tenere in Venezia, nella casa dell’ambasciatore inglese, una predica che dovette suscitare grave scandalo.2 Se si prescinde da Venezia e dai valdesi in Piemonte,3 Clemente Vili non aveva da temere in nessun luogo d’Italia un pericolo serio 4 per la conservazione dell’unità della fede. Questo risultato, molto prezioso anche per la conservazione dell’unità nazionale, si dovette non solo al penetrare della riforma cattolici, ed all’azione zelante dell’inquisizione romana, appoggiata dalli più parte dei governi,6 ma pure alla vigilanza della Congregazioni Paduae commorantibus » del 1595, nel Bari., 1369, p. 159 s., loc. cit. Cfr. Barb., 5195, p. 56 s. 1 Nicolot.ti, molto bene informato, scrive nella sua * Vita d’Urbano Vili: « Questo [Sarpi] fu già un tempo accusato a Clemente Vili di esser direttore e capo di un’accademia, che si faceva in Venetia in casa di Gherardo Nis, mercatante Olandese, di setta Calvinista, e che teneva una numerosa libreria di libri proibiti. Frequentavano questa congrega molti nobili veneziani, che si credevano poco ben’affetti alla Santa Sede Apostolica; e correva voce che non havessero sensi buoni e sinceri intorno all’immortalità dell’anima ragionevoli1 Mentre Clemente andava pensando di trovar qualche modo circospetto per disgregar quella pratica, fu pregato a voler promuovere fra Paolo ad un vescovado in Dalmatia; rispose quel saggio Pontefice, ch’egli conosceva molto bene il frate, e che meritava più tosto gastigo che premio. Alterato da questa ripulsa fra Paolo pensò sempre di vendicarsene». Barb. lat. 4731, p. 626 s., Biblioteca Vaticana. 2 Vedi la * Relazione nel Cod. Barb. 5195, p. 83-86, Biblioteca ^ a-t i c a n a. s Vedi Falla, La riforma in Piemonte, 1595-96, nel Bull, de la Soc. d?hist. Vaudoise 1924. Nei * Decreta s. Inquisitionis nel Barb., 1369 (Biblioteca V a t i c a n a) vengono menzionati alcuni eretici in Calabria; p. 21 s.: «I'1' haereticis in terris dioc. Cusent. ». (1592, 1599, 1600). 4 Cfr. Tacchi Venturi, I 85. In Vicenza ove prima trovavansi numerosi eretici, nel 1598 non ve ne era più uno solo; vedi Secegni, Le lettere a I <-cenza a tempo della reazione cattolica, Vicenza 1903, 17. Clemente VIII chies* la consegna di Giov. Batt. Angelotto, Vicentino, che era fuggito a Lubiana, facendo ivi l’agitatore contro la Chiesa, mediante * Brevi del 21 agosto 15>*’ all’arciduca Mattia, e del 19 settembre 1593 all’arciduca Massimiliano; 'H 1 Arni. 44, t. 34, p. 96; t. 38, p. 387, Archivio segreto pontifi01^: 6 Cfr. il * Breve di lode a Genova del 16 marzo 1596 per la punizione < due eretici (Arni. 44, t. 40, n. 95; Archivio segreto p o d t i f i c 1 01 Clemente VIII esortò mediante * Breve del 20 ottobre 1601 il duca di Sa'"M