' ciiemerenze dei Gesuiti nella restaurazione religiosa dell’Austria centrale. 265 li comprensibile che la notizia del cambiamento nell’Austria : latrale procurasse grande gioia al papa 1 ed ai cattolici tedeschi, : 11 altrettanto dolore ai protestanti. I novatori, nelle loro lagnanze, e- ¡dettero completamente di vista, che erano stati principi prote-, nti tedeschi coloro, che sfruttando i pericoli che minacciavano Fimpero da parte dei Francesi e del Turco, avevano estorto da ¡ilo V il riconoscimento imperiale della massima: « cuius regio, ! us religio ». Essi dimenticavano nello stesso modo, che solo '■olla rigida applicazione di questa massima, il loro culto aveva e ituto mettere radici profonde in Germania. Allorquando i catodici richiamarono la loro attenzione a questi fatti, i protestanti, he del resto nella Stiria come altrove avevano proceduto con < >ndanne a morte contro gli anabattisti, non poterono negarli. i->ssi scelsero perciò la comoda scappatoia, di incolpare i Gesuiti i;i ratte le misure adottate nell’Austria centrale. Queste asserzioni ■ '.irono per lungo tempo credute ciecamente. Oggidì viene ammesso pure dai più aperti avversari dei Gesuiti, ¡■he essi, in quest’attuazione violenta della restaurazione cattolica el l’Austria centrale, non ebbero quasi parte alcuna.2 I Gesuiti oevvennero in modo decisivo solo dopo che le Commissioni di forma ebbero in sostanza compiuto la loro opera, spesso assai eì frettata e tutt’altro che radicale. Poiché questa presso molti emi aveva raggiunto che risultati incerti ed incompleti, si trattava ora, di condurre a termine la conversione interna di coloro che forbamente sotto la pressione delle circostanze si erano convertiti. Questo compito, come pure la riforma del clero secolare e regolare, e un lavoro di molti anni, e che chiedeva molte fatiche spettò euzitutto ai vescovi della regione. 1 Clemente Vili, ricevette notizie del procedere energico di Ferdinando ll’ottobre 1598 durante il suo soggiorno in Ferrara, per mezzo delle Rela- ■ '’ii del nunzio G .Porzia (cfr. la Lettera di questi all’ambasciatore imperiale - data, Graz 1598 ottobre 5 in appendice alla Relazione, ed. Ioppi, menzionata l iti avanti pag. 258 n. 5). Anche M. Brenner ne dette relazione al papa. Questi 'eresse il 27 novembre 1599 un Breve di lode all’arciduca Ferdinando e il s 1 giugno 1600 lo esortò a proseguire con fermezza nella sua impresa, e il 9 di-■nibre lodò il suo procedimento in Carinzia; vedi Archiv f. òsterr. Gesch. XV - ■!0s. ove sono pubblicati i brevi. Quanto sia meschina l’acrobazia scientifica di ■ -eSERTH, si può dedurre dal fatto, che egli non conosce la pubblicazione dei Brevi m un luogo così facilmente accessibile, e dà nei suoi Akten II 961 solo ,;u regesto del Breve del 9 dicembre 1600, e questo pure incompleto. Intorno 'I piacere di Clemente Vili cfr. anche Htjrter IV 407. A Brenner vennero ■eecliti il 3 giugno e il 9 dicembre 1600 dei Brevi di lode (vedi Schtjster 664 s.; Archiv f. òsterr. Gesch. XV 231), uno a Stobàus il 4 novembre 1600 (Stobaei l'ìnst. 79 s.). Il * Breve a Chroen dell’11 maggio 1602 è citato presso Schmi-W-ix 39 n. 1. " V edi Loserth, ATcten II xxxm e G. Wolf nelle Mitteil. aus der hist. XXXVIII 448. Cfr. anche Duhr II 2, 347, 349.