G. Fugger eletto vescovo di Costanza; l’arciduca Alberto in Neerlandia. 291 cipale era stato pure raggiunto: la definitiva sconfitta del tentativo dei protestanti d’impossessarsi d’una diocesi così importante.1 Un altro risultato confortante fu l’elezione di Giacomo Fugger, uomo di una capacità straordinaria, a principe vescovo di Costanza. « Sulla mi starà più a cuore », così assicurava Giacomo Fugger nella sua supplica inviata al papa il 30 gennaio 1604 per la conferma, « che la rinnovazione della diocesi quasi soffocata dall’ira degli eretici e dai debiti ».2 Fugger mantenne la sua parola. Egli venne aiutato dal suo coadiutore Giacobe Mirgel, un alunno del Germanico, il quale sotto l’aspetto religioso e civile divenne il restauratore della sua diocesi.3 Ciò fu d’un’importanza non trascurabile, poiché a Costanza apparteneva non solo un gran tvatto della Svevia, tutto il Breisgau e quasi l’intero Württemberg, ma pure la più gran parte della Svizzera tedesca. 3. Come la Svizzera, così la Neerlandia spagnuola, sebbene staccata dal regno germanico, pure stette in stretti rapporti con questo. Per le condizioni religiose fu d’importanza decisiva, che Filippo II dopo la breve luogotenenza dell’arciduca Ernesto (1593-20 febbraio 1595) 4 eleggesse a succedergli quale luogotenente dei Paesi Bassi spagnuoli l’arciduca Alberto, anch’egli cattolico fedele. 1 Nel trattato di Hagenau del 22 novembre 1604 l’amministratore proti-¡ante appagato con una somma rinunziò al vescovato; i canonici protestanti ritenevano bensì per quindici anni la canonica e le case del capitolo di Strasburgo, ma dovettero lasciare ai capitolari cattolici gli altri diritti del capitolo. Con ciò veniva riportata la prima grande vittoria nel Eeno superiore; v. ‘CHMIDLIN 408, n. 1. 2 Vedi ibid. 377, n. 4. 3 Cfr. l’ottima monografia di Holl: Fürstbischof J. Fugger von Konstanz dìe lcath. Reform der Diözese durch die Erzbischöle des 17 Jahrh., Friburgo 1898. 4 Intorno ai sentimenti cattolici dell’arciduca Ernesto cfr. Duhr I 703 s., su la sua munificenza per scopi pii e caritativi v. Coremaus, L’archiduc Ernest, Bruxelles 1847. In un * Breve del 10 settembre 1593 scrisse Clemente Vili all arciduca Ernesto: « Non appena Noi abbiamo appreso che il re ti ha affidato 'a luogotenenza, Noi speravamo nella fine della lunga e grave sciagura del Paese, attesa la tua abilità e la tua relazione con il re, ti raccomandiamo i erodenti, anzitutto i poveri i perseguitati; desideriamo pure, che tu purifichi t esercito dai delitti, coi quali viene provocata l’ira di Dio: “rapinis, caedibus, stupris ”, coi quali essi tormentano anche gli amici. Si deve aver fiducia in Dio e Pensare alla sua bontà, per aborrire tutto ciò che è contrario ad essa. Anche ai beni dello chiese vicine e dei sacerdoti è da tener lungi l’abuso dei soldati; ddio proibisce ogni rapina dei soldati ». Arm. 44, t. 38, p. 399, Archivio Segreto pontificio.