Clemente Vili e la Volgata sistina. 481 il calcolo freddo del proprio vantaggio e l’egoismo nazionale, dovette suscitargli sempre nuova ripugnanza. Le sue lagnanze su la lesione della giurisdizione episcopale da parte del Senato presero tavolta un carattere molto acuto;1 esse furon la causa che rese così difficile la situazione dei nunzi nella città della laguna.2 A questo s’aggiunsero ancora numerose liti di carattere profano. Ma per quanto tese fossero talvolta le relazioni, una rottura venne sempre evitata;3 ciò non è d’attribuirsi solo a dei diplomatici prudenti come Paruta e Dolfin, ma pure al papa, il quale era di un’indole altrettanto prudente che pacifica.4 2. Era trascorso quasi un anno e mezzo dalla morte di Sisto Y, ed ancora la strana ed imbrogliata posizione in cui era venuta a trovarsi la Bibbia sistina non si era nè schiarita, nè era cessata. Le stampe di Lovanio e di Parigi del librò dei libri potevano avere sempre nuove edizioni, e sotto Gregorio XIY era stato propugnato di non impedire con un divieto espresso la loro diffusione ulteriore, neanche dopo che fosse uscita l’edizione definitiva romana. Quell’edizione della Volgata invece, per la quale era stato lavorato più attentamente che per qualunque altra, e alla quale il papa aveva contribuito di proprio pugno, giaceva come un libro pericoloso nei fondachi della tipografia vaticana, in attesa di essere distrutta ed esclusa per ordine pontificio dal venir presentata al pubblico. Per il nuovo papa l’interessarsi di quest’affare delicato era uno dei compiti più urgenti. Clemente Vili mise la questione nelle mani dei cardinali Federico Borromeo e Agostino Valiero, ai quali ‘Cfr. p. es. Paruta, Dispacci, II 118 8., 127 s. ’ Vedi Arch. Veneto XXXVII, 2 (1889) 273. Cfr. 1’* Istruzione del nunzio Oraziani del 1598 per un nuovo nunzio, Cod. 1621 della Biblioteca Cor-"1 u i in Roma. Alcuni passi presso Lämmer, Zur Kirchengesch., 123. Vedi <|nche nell’Appendice n. 37 1’* Istruzione per A. M. Graziarli del 1596, A r- 0 n ivi o (oraziani in Città di Castello. 3 Nel luglio 1595 minacciava a causa di una violazione della giurisdizione ‘ i l vescovo di Ceneda il richiamo del nunzio, vedi Arch. stor. ital. XII xxix. • umerose * Lettere a questo riguardo in Nunziat. di Venezia, XVII, A r e h i- • o segreto pontiicio. In una * Lettera ivi conservata, (p. 182) i ’etro Levade al Cardinal Cinzio Aldobrandini, in data Ceneda 1601 ottobre 27 ti! ' r°: ' 0086 questa giurisditione credo V. S. sia avisata da Msgr. Nun- 11 \ enezia andando ella ogni giorno di mal in peggio ». Riscontri di queste 1 !: naturalmente dal punto di vista veneto, furon dati da Paruta e Dolfin " Vpr0 Relazioni citate, p. 480 n. 10. Cfr. anche Romanin, VII 14 ss. -fr. Dolfin Relazione 500. ì'ìstor, Storia dei Papi, XI. ai