XVI Il barone Ludovico von Pastor. costruttori di storia prussiana » i quali denigravano gli Asburgo perchè non ne conoscevan la storia, ma anche più perchè cattolici. In Vienna il Pastor trascorse i tre semestri 1877-78: utilizzando il suo tempo non solo per lo studio ma, come già a Berlino, nel fare lo spoglio della Biblioteca imperiale e dell’Archivio di Stato. Preparò pure la sua tesi, a lui suggerita dal prof. Klopp, dal titolo Tentativi di unione religiosa durante il regno di Carlo V, lavoro la cui sola prima parte abbraccia 400 fogli in quarto, densamente scritti. Finito il terzo semestre, per invito di Giovanni Weiss, Pastor lasciò Vienna e si recò a, Gratz dove conseguì la laurea in filosofia il 18 luglio 1878. In poco più di otto anni egli aveva espletato nella maniera più brillante il corso dei suoi studi, dalla prima ginnasiale alla laurea universitaria. * * * Pastor aveva allora solo 24 anni e mezzo: egli entrava nel mondo non come nno sconosciuto, ma come un uomo che si era già affermato per la profonda fermezza dei suoi principi cattolici, per la sua straordinaria cultura e con un programma che intendeva svolgere ad ogni costo; scrivere la Storia dei Papi. Sin’ora egli aveva raccolto molto materiale, ma sporadico e incompleto; a lui occorreva però per tale scopo poter giungere all’unica fonte di questa storia, a cui nè Ranke nè altri avevan potuto attingere, all’Archivio segreto Vaticano. Per riuscire a tale intento Pastor fece pervenire per mezzo di Onno Klopp al nunzio di Vienna Mons. Jaco-bini, più tardi Segretario di Stato, un promemoria nel quale egli illustrava l’importanza per la Chiesa di una storia dei papi scritta su la base dell’Archivio Vaticano. Alla metà di dicembre 1878, munito di una lettera commendatizia del nunzio, e di lettere di altri amici, Pastor lasciava Francoforte e si poneva in viaggio per l’Italia. Il prof. Carlo Federico Stumpf-Brentano nel salutarlo lo accompagnò con le parole « Sen vada con Dio, chè un coraggio giovanile certo a lei non mancherà ». In Roma fu ospite del Campo Santo tedesco allora diretto dal dotto prelato Antonio de Waal. Un memoriale presentato al cardinale Mna, Segretario di Stato, nel quale si dimostrava che con lo studio dei documenti vaticani si potrebbe solo far del bene, non ebbe alcun risultato. Nel fare tale pressione Pastor era coadiuvato dai prelati De Waal e De Montel nonché dal card. Fran-zelin. De Waal pensò di domandare l’accesso all’Archivio non solo per Pastor ma anche per gli altri teologi e storici del suo collegio, e a tal uopo si rivolse al papa stesso, presentando una domanda di Pastor, nella quale egli faceva rilevare come fosse interessante di mettere a fianco della storia dei papi di Ranke una seconda storia scritta da mano cattolica e basata su i documenti dell’Archivio Vaticano. Leone XIII