542 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. 13 febbraio 1595 in una circolare ai provinciali, con parole insistenti di conservare la pace coi Domenicani e di usar loro ogni carità con le parole e con le opere.1 I provinciali spagnuoli accettarono prontamente queste esortazioni; le loro risposte a Aquaviva2 costituiscono una giustificazione per l’Ordine dei Predicatori, in quanto esse dimostrano che non era affatto la parte principale dei Domenicani, quella che si lasciava dominare dall’avversione contro i Gesuiti. Non molto tempo prima si era nuovamente manifestato il grande contrasto tra i due Ordini. Come i Domenicani avevano già prima cercato di ottenere che l’inquisizione proibisse quasi tutti i libri dei Gesuiti, così ora per il programma degli studi pubblicato nel 1591 dalla Compagnia di Gesù e per gli scritti del cardinale Toledo. Essi erano di avviso, che tanto Aquaviva quanto Toledo, fossero dei novatori, e se si lasciasse fare Toledo, questi distruggerebbe la Chiesa.3 Proprio poche settimane prima, la condanna di Avendafio aveva suscitato grande agitazione tra i suoi confratelli d’Ordine.4 Ma le onde tempestose si calmarono ben tosto, al che potè contribuire non poco un richiamo alla concordia fatto dal re.5 Il Provinciale dei Gesuiti d’Aragona scrisse ad Aquaviva, che nella sua provincia si era sempre vissuti in pace e concordia con i Domenicani.6 Il Provinciale dell’Andalusia fece loro testimonianza, che essi dimostravano in questo momento molta amicizia al novello Ordine, invitando dapertutto nelle feste del loro Ordine i Gesuiti a predicare, e sembrava che avessero piacere di stare con loro in relazione. Un visitatore domenicano di Valladolid si dimostrò grande amico della Compagnia di Gesù.7 Sullo stesso pergamo in Valladolid, donde l’anno precedente Avendafio aveva lanciato i suoi attacchi, salì ugualmente nel 1595, nel giorno