530 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. discussione il celebre teologo e poeta Luigi de León dell’Ordine di S. Agostino, ifell’impressione, che si adoperassero dei termini così forti solo per odio contro i Gesuiti, egli prese cavallerescamente la loro difesa. Montemayor passò in seconda linea-, tutti gli sguardi si rivolsero verso il celebre Agostiniano. Anche dopo la chiusura della disputa teologica la discussione fu continuata con veemenza. Parole come Pelagiano per Luigi de León, e Luterano per i Domenicani volaron per l’aria; allorché qualche giorno dopo corse voce che la discussione doveva essere ripresa in una nuova disputa, la sala era gremita di curiosi. Nuovamente Bañes e Luigi de León cozzarono l’un l’altro con veemenza. Questa volta tacquero i Gesuiti, ma a giustificazione della loro teoria, fissarono per il 27 gennaio nel loro Collegio una disputa, nella quale venne discussa la questione, perchè di due uomini i quali si trovino sotto l’influsso di una stessa grazia, l’uno si può convertire e l’altro può rimanere impenitente. Il gerolamitano Giovanni de Santa Cruz, denunziò allora all’inquisizione 1 sedici proposizioni, come difese da Luigi de León e da Montemayor, e tosto comparve il licenziato Giovanni de Arrese in Salamanca per iniziare il processo contro quattro principali colpevoli. I Domenicani avevano intanto raccolte delle firme contin gli accusati, ed emanato l’avviso, che nessuno si dichiarasse per i Gesuiti, poiché la causa era già pendente presso il Santo Ufficio. Ciò nonostante in Valladolid tutti i dottori di grido, ad eccezione dei Domenicani, si schierarono dal lato dei Gesuiti; nell’Andalusia persino dei membri dell’Ordine dei Predicatori si pronunciarono in loro favore, come risulta del resto anche da alcuni attestati, che allora, all’inizio della disputa, non tutti i confratelli di Bañes dividessero le sue vedute intorno alla dottrina della grazia.2 Arrese, il quale doveva istruire il processo, si trovò tosto in un bell’impaccio. L’accusatore Giovanni de Santa Cruz non fu presente alla prima delle tre dispute, e dalle dichiarazioni di Luigi de León risultò con certezza che le sue tesi erano formulate molto inesattamente. I pareri delle Università spagnuole, alle quali Arrese aveva fatto appello, non concordavano. In Alcalá si giudico che ambedue le opinioni, tanto quella dei Gesuiti quanto quella di Bañes, erano probabili; un’opinione di Bañes però venne biasimata, ma essa non aveva nulla da vedere con la dottrina della grazia.3 Sembra che i dottori di Salamanca siano stati di altro pen- 1 Ristampato dalla Giudad de Dios, XXXVI, presso Asteàin 133 s., e J AX donnet 0. Pr. nel Dict. de théologie catli., II 143. 3 Asteàin 133. 3 Ibid. 143.