172 Clemente VIII. 1592-1605. Capitolo IV. nessuno a lui più vicino per parentela, affetto e fiducia, che Pietro Aldobrandini.1 Allo stesso tempo anche i vescovi francesi, i grandi e i consiglieri del regno, come pure i principi italiani, furono messi al corrente dell’invio del nepote del papa.2 Il Cardinal Aldobrandini lasciava fin dal 26 settembre la Città Eterna. Il suo seguito era altrettanto numeroso che splendido; esso era composto di ottocento persone, tra le quali sette vescovi, ed altrettanti rappresentanti della nobiltà romana. Da uditore fungeva Garcia Millini, più tardi cardinale segretario di stato di Paolo Y; o quale semplice chierico di camera Maffeo Barberini, che doveva salir sul trono pontificio quale Urbano Vili.8 Giunto il 3 ottobre alla Certosa di Firenze, Aldobrandini ricevette ivi la visita del granduca di Toscana, per poi fare il giorno seguente il suo ingresso solenne nella città dell’Arno. Egli scese al palazzo del granduca e fece immediatamente la sua visita a Maria de’ Medici. Il 5 ottobre egli celebrò nel duomo il matrimonio di questa principessa Medicea, mentre il granduca di Toscana rappresentava il re di Francia.4 Il Cardinal legato partì il .10 ottobre da Firenze. Per avanzare più presto, aveva licenziato la più gran parte del suo seguito; ma egli tenne però con se il vescovo di Avellino, Tommaso Vannini, e due religiosi celebri predicatori: il Cappuccino Anseimo di Monopoli ed il Teatino Paolo Tolosa.5 Il viaggio di Aldobrandini era diretto per Bologna e Ferrara verso Parma. Di là egli, accogliendo un invito del conte Fuentes, governatore di Milano, fu a Stradella il 18 ottobre, ed a Voghera dal 19 al 21, poiché, dati gli intimi rapporti di Carlo Emanuele con Filippo III, il contegno degli Spagnuoli poteva esercitare 1 I * Brevi a. Enrico IV, Filippo III e al duca di Savoia del 25 settembre 1600 neU’J.?-™,. 44, t. 44, nn. 273, 274, 275, Archivio segreto pontificio. Nel Breve a Enrico IV è detto: « * Eum enim mittimus, qui unus nobis et sanguine coniunctissimus et amore carissimus et in omni officii munere nobis supra quam dici potest est necessarius, sed Dei honorem et publicam causam quibusvis nostris et familiae nostrae commodis et privatis r'ationibus, quamquam non sine multo sensu, tarnen libenter anteferendam duximu8».Le credenziali per Aldobrandini in data 23 settembre 1600 nell’^1 rch. d. Soc. Rom. XIII, 136. Cfr. Fumi 77. 2 Vedi * Arm. 44, t. 44, nn. 277-318, Archivio segreto pontificio. 3 Vedi * Avviso del 27 settembre 1600 TJrb. 1068 Biblioteca Vaticana. Cfr. anche il * Diarium P. Alaleonis, Barò. 2816, ibid. Vedi inoltre Richard nella Rev. cl’hist. et de liti, relig. VII (1902) 483; Baumgarten, Neue Kunde 17. 1 Vedi la Relazione presso Desjardins V, 445 s.; Bentivoglio, Menine 214, 217 s. Cfr. * Diarium P. Alaleonis, Barò. 2816, Biblioteca Vaticana. 5 \ edi la Relazione di Aldobrandini presso Fumi 78 e Bentivoglio, Memorie 218 s., 222 s., 226 s.