.510 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo IX. Gregorio XIII come in tutti i collegi orientali da lui fondati, così anche in quello greco, fece educare gli alunni rigorosamente nel loro rito.1 Anche Clemente Vili si fece guidare dal principio, che il rito bizantino aveva il suo pieno diritto, entro i limiti segnati del domma. Il 31 agosto 1595 egli pubblicò un’istruzione speciale la quale trattava esaurientemente della controversia sorta riguardo ai riti ed agli usi dei Greci.2 La pubblicazione del documento era stata pie-ceduta da un profondo esame d’una Congregazione espressamente destinata alla riforma dei Greci.3 Decisive furono anzitutto in questa questione le opinioni del Cardinal Santori, esperto appunto in questi affari, il quale aveva raccolto le più esatte informazioni.4 L’istruzione mirava anzitutto a rimuovere abusi indiscutibili, special-mente nell’amministrazione dei sacramenti. Intorno alle ordinazioni sacerdotali, stabiliva essa che i Greci non potevano riceverle che da un vescovo del loro rito. Venne espressamente ordinato, che un vescovo risiedesse in Roma. Clemente Vili rinnovò nello stesso tempo gli editti d’Innocenzo IV del 1254, e di Pio IV del 1564, come pure il divieto pronunciato da Pio V nel 1866 d’una fusione del rito romano con quello bizantino.5 L’instancabile Cardinal Santori rimase il procuratore dei Greci in Poma.6 1 Vedi Hergenròther, loc. cit., 179, 355. Il professore H. Gelzer, ¡morto nel 1906, si occupò nel 1903 della raccolta del materiale manoscritto per una storia dei Greci ed Albanesi nell’Italia meridionale. Egli ottenne per questo scopo documenti dagli Archivi della Congregazione del Concilio e di Propaganda, e persino alcuni dall’Archivio del S. Offizio in Roma, così rigorosamente custodito. Io ho già spesso ripetuto, ed ultimamente ancora nel 1912 zieWHist. Jahrb. XXXIII 481 s., che non solo nell’interesse degli studi storici, ma anche della Chiesa cattolica, sarebbe ardentemente da desiderare che finalmente esso venga reso accessibile. Anche gli studi del prof. Gelzer, i quali purtroppo non son giunti alla pubblicazione, l’hanno confermato; Gelzer mi scrisse il 10 marzo 1903 da Napoli, che il suo lavoro costituirà una « pagina d’onore per la Cuna romana e per il S. Offizio stesso. Essi hanno fatto quanto potevano in prò di questi profughi e per la tutela del loro rito e dei loro privilegi. La pressione per far loro accettare il rito latino paitì sempre dalle autorità locali, dai vescovi, dai baroni e dai magistrati ». Cfr. Korolevskij in Stendi cn IV 82-91. 2 Bull., X 2, 11 s. 3 Una parte dei Protocolli trovasi nel Barb., 2607, Biblioteca Va 11-c a n a e fu pubblicata dietro a questa nel periodico Bessarione XVII (1913) M 1 '• 4 Cfr. la * Miscellanea dei riti specialmente greci, proveniente dall ew ita Santori, nel Cod. I-B 6 della Biblioteca Brancacciana in Napoli (oggi in I 1 " p aganda) dalla quale Gay, loc. cit. 164 s., fa delle comunicazioni. Cii-che Ant. Lombardi archiepisc. * Consultatio super abusibus Graecorum degentium Meseanae ad Ioli. Ant. Santori card. S. Severinae, nel lat. >'•’ Biblioteca Vaticana. Vedi inoltre Bessarione XVII (1913) 460 6 Vedi Hergenròther, loc. cit. 355. L’editto di Innocenzo IV presso Raynald 1254, n. 7. . 6 La risposta di Santori all’arcivescovo di Reggio, Annibale d’Afflitto, m torno al rito bizantino nella sua diocesi: Berna e VOricnte VII (1914) 106 ......