Attacchi di Bañes contro il libro di Molina. 535 Idee nuove però, siano esse tali anche solo sotto un aspetto o sotto un altro, non sono quasi mai introdotte nella scienza senza grave contrasto, e il libro di Molina offriva difatti punti d’attacco. Le sue opinioni suscitarono contrasti sia presso Bellarmino1 che presso alcuni Gesuiti della Spagna.2 Queste differenze d’opinioni però non riguardavano affatto la questione, in che modo l’efficacia della grazia si accordi con la libertà umana. Oltre a questo punto principale del suo libro, tratta il Molina ancora molte altre cose, e ad alcuni sembrò che in queste cose secondarie egli desse troppo spazio alle forze naturali dell’uomo nel campo del sopran-naturale. Altri trovano bensì a biasimare alcunché nelle sue espressioni, ma non nella sostanza.3 La parte principale nella lotta contro Molina fu assunta nel 1590 in circa, da uno scienziato il quale ha unito il suo nome alla •successiva teoria dell’Ordine Domenicano intorno alla grazia, in modo così inseparabile, come Molina il suo alla corrispondente dottrina dei Gesuiti: Domenico Bañes. Bañes era un eminente teologo.4 Tra i Domenicani, che assieme a Francesco de Vittoria fondarono la così detta neoscolastica, occupa egli, come dialettico acuto e conoscitore profondo della metafisica, una posizione spiccante. Come consigliere influente di santa Teresa di Gesù, egli divenne celebre anche in larghissima cerchia. Egli, per la sua forma stringente e risoluta che dà l’impronta alla sua originalità intellettuale, per l’influenza addirittura affascinante che per tal motivo egli esercitò su quanti lo circondavano, pareva fatto per divenir capo di una scuola; lo divenne malgrado le sue asserzioni di non volersi distaccare neanche d’un dito da Tommaso d’Aquino. Nel campo scientifico si manifesta l’indipendenza del suo intelletto per mezzo di alcune singolari opinioni.6 Di fronte ai Gesuiti degenera la sua risolutezza in asprezza ed astio; là ove essi non sono della sua opinione, egli li qualifica per ignoranti o gente che contro coscienza non vuole vedere di dottrine migliori;6 egli sembra in alcuni tratti l’erede spirituale del suo maestro e confratello Melchior Cano. Negli anni 1590-1594 preparava l’inquisizione spagnuola un •supplemento del suo indice dei libri proibiti per la Spagna. Bañes 1 Le Bachelet, Bellarmin, 292; Astràin 163. Intorno al contegno di Bellarmino verso Molina cfr. Le Bachelet, Auctarium, 1-31. 2 Astràin 164. 3 Schneemann 220 ss. 1 Cfr. Morgott nel Freib. Kirchenlexikon, I2, 1951 ss.; Mandonnet nel bici, de the'ologie eath., Il, 145; F. Ehrle nel Katholik 1885, I, 415-424; Bel-tran de Heredia in La Gieneia Tomista, XIV (1922), 64-68. 6 Morgott, loc. cit., 1951. . 6 Cfr. i passi della sua Belectio de merito et augmento charitatis (1590) presso Astràin, 164 s.