270 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VI. derborna esplose dapprima contro i Gesuiti, i quali si trovarono in grande pericolo. Il sindaco e il consiglio si rivolsero contemporaneamente a Maurizio di Assia, le cui truppe, in cammino contro gli Spagnuoli di Mendoza, occuparono nel maggio 1599 Paderborna, e vi ricondussero Tiinneken in trionfo. Poco dopo cominciò una lotta di più anni intorno alla città di Paderborna, che fu condotta da ambo le parti col più grande accanimento. Alla fine si giunse al punto, che Fiirstenberg, se non voleva perdere l’ultimo resto del suo prestigio di sovrano nella sua capitale, dovette usare In, forza. Dopo questo l’attendeva la più completa vittoria sui ribelli di Paderborna. Alla fine dell’aprile 1604 la città fu sottomessa dal conte Giovanni von Rietberg. Seguì quindi un giudizio assai severo. Il borgomastro Borio Wichart, il quale si era servito delle sue qualità non comuni a danno della sua città natia, fu crudelmente giustiziato, e, dopo il ristabilimento degli antichi diritti del vescovo, fu stabilito il dominio assoluto della confessione cattolica. Già, due anni prima, Fiirstenberg, per rimuovere ogni deviamento del rito cattolico, aveva ordinato l’introduzione di un nuovo calendario liturgico, il quale dovesse avviare il ritorno alla Chiesa cattolica. La presa di Paderborna coronò quest’opera. In Roma si allegavano le più grandi speranze ai successi del principe vescovo di Paderborna. Il papa il 22 maggio 1604 diresse a lui una lettera di felicitazione e cercò di spronare ancor più il suo zelo.1 Fiirstenberg si diede poi anche premura, dopo d’aver spezzato la resistenza esterna, di riguadagnare anche interni -mente il popolo all’antica fede. In ciò i Gesuiti, coi quali il principe, uomo autorevole ma suscettibile, era prima venuto a malintesi, come col suo capitolo, gli prestarono i più grandi servizi. Ma lo zelo dei padri, di fronte alla tenacità, caratteristica dei Vestfali, con cui la più parte dei cittadini di Paderborna tennero fermo al protestantesimo, ebbe solo poco successo. Ugualmente come la popolazione di Paderborna, anche quella delle altre città e la nobiltà presero un atteggiamento così ostile contro Fiirstenberg, che quesl i dovette per ora rinunziare alle misure di rigore.2 All’immediato intervento di Clemente Vili devesi, se anche nell’elettorato di Colonia furono aperte le vie alla restaurazione ed alla riforma cattolica. La città di Colonia osservò bensì un contegno rigorosamente cattolico.3 ed il collegio dei Gesuiti formò ivi 1 Vedi Keller II 455 s. 579 s 57. Il papa invitò il 29 maggio 1604 Rodolfo li ad aiutare Fiirstenberg; vedi Meyer, NuntiaturbericMe 169 s. 2 Vedi Richter nello scritto commemorativo dei festeggiamenti del giubileo terzo centenario del ginnasio « Tlieodorianum » in Paderborna pag. 1912, 39 s. 3 Clemente Vili esortò con Breve dell’11 aprile 1592, il consiglio di Colonia di guardarsi dall’ammettere dei calvinisti nella città. Come risulta dal Breve del 13 giugno 1592, il Consiglio corrispose a quest’esortazione; vedi Schweizee