55 gentil navicello, che leggiero e spedito appena toccava il sommo dorso dei flutti. Stava la bella pellegrina e immortale ritta in piè sul dinanzi del fortunato navile, allo scoperto sfidando la pioggia che lieve lieve scendeva, e la tramontana che forte forte sbuffava, nè il più leggiero battito di paura nell’ intrepido seno accoglieva, poiché, come ognun sa, le fate morir non ponno, e certo Borea dee anche rispettar quelle gole sovrane, e i malvagi raffreddori ed i reumi, che girano il mondo sulle ali dei venti, non hanno poter di toccarle. Tanto però in sè stesso sicuro non era quello splendido genio eh’ ora avevaia in cura e qui 1’ avea tratta per prodigio della magica verga ( dell’ oro ); cliè alla provvida mente tutte in un punto si faceano dinanzi le conseguenze terribili d’ un reuma improvviso, e ne scongiurava in suo cuore tremando le procelle ed i venti. Fosse incanto o potere del leggiadro sembiante, dovunque passava, da sè stessa s’annun-ziava la bella ; la sentiano dall’ interno delle loro dimore le genti, e da porte, da finestre, da tetti, da calli elle lisciano a contemplare l’amoroso spettacolo, e il suono delle trombe e quel dei tamburi si mescevano al suono delT umana ammirazione e dei viva. Ma il legno glorioso