576 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. menicani contro i Gesuiti;1 egli si espresse nel gennaio del 1603 in presenza del papa in tale modo, che vi si vide annunziata la futura condanna dei Gesuiti.2 Clemente Vili elargì nel luglio del 1602 delle abbondanti elemosine, per ottenere l’aiuto di Dio in un affare d’importanza, la decisione nella dottrina della grazia sembrava dunque prossima.3 Avendo il papa visitato i Gesuiti, il 10 febbraio 1603, gli fu offerto in dono dell’olio delle Indie. Egli domandò, se doveva con esso dare l’estrema unzione ai Domenicani o ai Gesuiti. Egli visitò poi i Padri Predicatori ed inviò loro dei cibi della propria mensa, per dimostrare che i Gesuiti non l’avevano commosso4 con il loro olio indiano. Clemente Vili aveva senza dubbio l’intenzione di por fine alle controversie dei due Ordini mediante una decisione dommatica, ma egli era troppo coscienzioso per precipitare checchessia nella causa, e una condanna del Molina si dimostrò sempre più impossibile. Si vociferava sempre di nuovo che la decisione pontificia era imminente, ma coloro che scrutavano in fondo alle cose, non si lasciarono trarre in errore da tali dicerie. Bellarmino si era già a principio del 1602 permesso di dire al papa, che S. Santità non avrebbe mai dato una decisione dommatica in questa questione, ed era rimasto fermo nella sua persuasione, nonostante le assicurazioni contrarie del papa.5 Clemente Vili si inquietò assai di quest’apparente ostinazione del cardinale, e gli diede un severo ammonimento.6 Ma Bellarmino sapeva assai bene ciò che diceva. Molina, nel suo libro aveva dappertutto allacciato le sue tesi alle tradizioni del passato; non si poteva condannare nessuna delle sue asserzioni, senza colpire allo stesso tempo una serie di altri illustri teologi ; i Domenicani dovevano lasciar colpire i propri teologi se volevano ottenere la sua condanna. Bellarmino aveva scritto in questo senso ai Gesuiti spagnuoli,7 e ugualmente si era pronunciato il celebre teologo gesuita, Gabriele Vazquez.8 Le rimostranze di Bellarmino non ebbero altro effetto, che di farlo nominare dal papa arcivescovo di Capua, allontanandolo così da Roma.9 1 * Avvisi del 9 e 23 marzo 1602, Urb. 1070, Biblioteca "Vaticana. 2 * Avviso dell’8 gennaio 1603, Urb. 1071, ibid. 3 * Avviso del 31 luglio 1602, Urb. 1070, ibid. 4 * Avviso del 15 febbraio 1603, Urb. 1071, ibid. 6 Autobiografia 465: « aperte ille praedixit, a Sanctitate sua quaestionem illam non esse definiendam; et cum ille replicaret se defìniturum, respondit : Sanctitas vostra non eam definiet ». 6 Peña, Diarium, presso Astràin, 340. 7 Bellarmino a Padilla il 9 marzo 1601, presso Scorraille, I 421. 8 Vazquez a De Hojeda, Alcalá, 20 giugno 1601; ibid. 421 n. 9 Cfr. Couderc, 341 s. Si menzionano anche altri motivi per la tra il papa ed il cardinale. « * Ceterum Pontifex suique in arcano infensi e