XX Il barone Ludovico von Pastor. secolo xix, argomento che in pochissime università veniva trattato. In queste lezioni, che furono frequentate dai discepoli di tutte le facoltà, Pastor pose in luce la unilateralità della produzione storica tedescoprussiana allora in voga, la sua deficienza nel volerjfar credere che la grandezza della storia tedesca ¡consista] tutta nell’apparire del protestantesimo, ed in opposizione a questo concetto errato, pose in luce la grandezza della storia dell’impero austriaco, che ebbe per base la civiltà occidentale cristiana. Nel 1889 egli riceveva la distinta onorificenza di Doctor ad Honorem dell’Università di Lovanio; jin ¡quegli anni trascorsi nella piccola e gentile città di Innsbruck egli potè godere di un vantaggio non comune per la sua Storia dei Papi: gli archivi italiani erano a lui vicini, ed egli nelle vacanze, non escluse quelle natalizie, si recava a studiare in quelli di Mantova, Venezia, Milano, raccogliendo cosìjlarga mèsse^di documenti. Eubacchiando così il tempo alle vacanze, potè egli esaminare in quegli anni ben 35 archivi italiani, 38 tedeschi e 5 francesi. Ma una felice circostanza doveva agevolargli ancor meglio l’opera di indagine per la sua Storia dei Papi. Nel 1901 Pastor veniva chiamato a Eoma quale successore di Teodoro von Sickel nel posto di direttore dellTstituto storico austriaco. Lo stesso imperatore, nel nominarlo, disse che questi era « l’uomo adatto per questo posto come il posto era adattato per lui ». Pastor in Eoma si trovò nel punto centrale dei suoi studi. Oltre che formare dotti scrittori di storia per la sua patria, egli poteva con la più grande comodità trar profitto degli immensi tesori archivisti dell’Eterna Città. E così il suo lavoro fu diviso fra la formazione culturale dei suoi discepoli e la ricerca di materiale per la sua grande opera. Come tema per i lavori ufficiali dell’istituto, egli scelse le così dette « Nunziature di pace » dell’Archivio Vaticano, fondo che abbraccia le istruzioni, relazioni, e corrispondenze dei Nunzi straordinari inviati dalla Santa Sede ai vari congressi per la pace, tenuti jin Europa nei secoli xvii e xvm, fondo che illustra mirabilmente l’opera pacificatrice svolta dalla Santa Sede in mezzo ai popoli in tutti i secoli. Al tempo stesso, come direttore dellTstituto, volle unire allo 'studio dei documenti anche quello dell’arte, occupandosi del Barocco in Roma e dando così un forte contributo alla storia artistica di quel periodo. Pastor non si distaccò del tutto da Innsbruck; ivi tornava con la sua famiglia per elaborarvi i volumi, per poi recarsi in altre città in cerca di materiale per il suo capolavoro. E ad Innsbruck aveva egli ottimi amici nei celebri professori Jungmann, Hurter, Michael, e Grisar, il quale ultimo alla sua volta doveva diventare lo storico dei papi per il periodo del medio evo. Fu in quella città che egli si ritirò durante i duri anni della guerra, riprendendo le lezioni all’Università, ed elaborando con il materiale raccolto nuovi volumi per la sua storia. Tornata la pace, uu felice ed inatteso provvedimento del Governo austriaco lo riconduceva in Eoma con un titolo ben più distinto. Attesa la sua