262 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VI. assoggetterebbero facilmente; ben inteso non si potrebbe procedere tutto in una volta contro l’aristocrazia, i borghesi, i contadini e i predicanti, ma cominciare con quest’ultimi, « i bandisti » e anzitutto con quei di Graz. Se questi, che battono il tempo, fossero allontanati, i cittadini e i contadini ritornerebbero in sè da loro stessi. 1 L’esecuzione di questi consigli fu fatta con altrettanta fermezza che certezza di risultato. Dopo che le ripetute lagnanze del parroco di Graz, Lorenzo Sonnabenter, già cappellano di Ferdinando in Ingolstadt, sulle usurpazioni dei suoi diritti parrocchiab da parte dei predicatori protestanti, non ebbero giovato a nuli;;,, intervenne l’arciduca stesso. Egli ordinò il 13 settembre 1598 come « arciduca cattolico dell’Austria, capo e signore supremo della parrocchia di Graz, come pure quale capo supremo di tutti i vescovati ed abbazie ecclesiastiche delle sue terre ereditarie » « in virtù della pace religiosa di Augusta stabilita od osservata in tutto l’impero », che i predicanti dovessero abbandonare entro quattordici giorni la capitale Graz e le altre città, i borghi e castelli del principato ereditario. In risposta alle rimostranze sollevate contro questo ordine, fu emesso il 23 settembre un decreto, che i pastori e gli insegnanti protestanti si allontanassero entro otto giorni dalle terre ereditarie. Siccome anche quest’ordine rimase inefficace, seguì il 28 settembre un terzo ordine che i predicanti dovessero lasciare proprio lo stesso giorno « prima del cader del sole » Graz ed entro otto giorni Graz, Iudenburg e nell’ottobre pure Lubiana. Seguirono ulteriori decreti ; importante fu sopra tutto la decisione che i signori di un feudo con prebenda ecclesiastica dovessero proporre entro due mesi ai vescovi dei preti cattolici: trascorso il termine subentrerebbe il diritto del sovrano.2 Le proteste che l’aristocrazia della Stiria, della Carinzia e della Carnia sollevarono contro questo procedere dell’arciduca, non lo fecero vacillare. Egli le respinse energicamente e dettagliatamente nel principale e celebre editto del 30 aprile, che fu pubblicato il 21 giugno del 1599. In esso Ferdinando basava il suo operato, tra l’altro accennando agli incessanti discorsi pestiferi e scandalosi dei predicanti e maestri luterani, che si erano permessi da anni a sua « onta e sommo disonore » nella capitai«' 1 Vedi Hansiz, Germania saera II 713; Hurter IV 44 s. Cfr. Loserth, ATcten I l s. L’introduzione dell’inquisizione, suggerita da Porzia, fu sconsigliata da Stobàus, poiché quest’istituzione non sarebbe a suo posto, che 11 dove una setta si insinua occultamente e dovrebbe venir scoperta; nei territori italiani dell’Austria centrale, l’inquisizione poteva esser utile, negli altri sarebbe solo dannosa; vedi Stobaei epist. 25. 2 Vedi Hurter IV 48 s.; Schuster, M. Brenner 371 s.; Loserth, ATcten I 309 s.