348 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VII. per mezzo di Enrico IV su Elisabetta; le si faccia dunque sugge, rire, di desistere dalle persecuzioni così fiere contro i cattolici, e dietro l’esempio di tanti altri principi, che tolleravano nei loro paesi diverse forme di religione, di accordar loro almeno nelle loro case, se non pubblicamente, il culto cattolico. La regina avrebbe avuto quindi in avvenire dei sudditi fedeli nei profughi inglesi di Fiandra, i quali ora diptndevano dai sussidi della Spagna, quasi mai pagati, e che spesso nella loro miseria si lasciavano trascinare alle più disperate risoluzioni; essa sarà liberata da mille pericoli, dal costante timore di congiure e tradimenti, dalle innumerevoli spese della difesa contro il re di Spagna.1 Una volta liberata dalle perturbazioni della pace interna, la regina non può più temere il lento e lontano nemico straniero, tanto più che la gelosia verso il potentissimo Re di Spagna le attirerà numerosi alleati, quando gli scrupoli religiosi non saranno più d’impedimento. Come. Malvasia previene a questo riguardo già in parte le proposte degli appellanti, così pure in altro punto. Il nunzio, poco favorevole ai Gesuiti, fa riflettere, se non sia opportuno allontanarli almeno per un tempo dall’Inghilterra, poiché essi erano particolarmente odiosi e sospetti alla regina. Per calmare maggiormente Elisabetta, si potrebbe proibire sotto minaccia delle pene ecclesiastiche, forse della stessa scomunica, agli esiliati ritornati in patria tutte le mene contro la corona, e di occuparsi in qualsiasi modo degli affari dello Stato.2 Clemente Vili sarebbe stato più tardi disposto a simili concessioni.3 L’Inghilterra era e rimase per lui, durante tutto il suo pontificato, causa di dolori. « Divisi per lo spazio », così scriveva egli il 31 ottobre 1597 ai cattolici inglesi,4 « ma uniti per la fede e per la carità, Noi pensiamo sempre a voi e ci rallegriamo della vostra fermezza. Tutti i cattolici dirigono gli sguardi verso di voi e mercè vostra lodano Iddio. Perseverate dunque in attesa del premio eterno ».5 II papa non abbandonò la speranza che 1" Inghilterra sarebbe ritornata all’antica Chiesa; intanto egli si serviva 1 Anche la relazione d’un nobile inglese dell’anno 1595, presso Meyeb, 309, n. 1, dice, che quasi tutti gli esiliati, data minima securitate religionis, per l’estremo bisogno in cui si trovavano, lascerebbero il servizio spaglinolo e ritornerebbero in patria. 2 Bellesheim, Schottland, II, 468. 3 Cfr. più sotto p. 362, 373. 1 * Brevia, .Imi., 44, t. 41, n. 234, Archivio segreto pontili; c i o. Il papa ricevette notizie dairinghilterra per mezzo dell’agente Giovami1 degli Effetti, il quale venne in Inghilterra col seguito dell’ambasciatore francese» il duca di Sully, nel 1603. Cfr. B. Camm ili The Monili, LXXXVI1I (1896), 251-258. 5 Carte Strozz. (Sett. 1595), I, 2, 248; »Relazione dell’ ambasciatore veneto del 7 giugno 1603. Archivio di Stato in Venezia.