596 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo XI. Clemente Vili non era l’uomo adatto a provvedere il danaro per tali necessità straordinarie. Venne fatta la proposta di rimediarvi coll’intaceare il tesoro deposto in Castel S. Angelo da Sisto V, che comprendeva ancora due milioni e mezzo. Ma il papa si oppose in tutti i modi a una simile misura.1 Per coprire le enormi richieste, che portava seco anzitutto l’appoggio alla guerra contro il Turco, non rimase altro, oltre all’imposta di decime sul clero d’Italia, che la via battuta dai papi precedenti, cioè il gettito di nuovi prestiti di Stato fondati su la rendita, cioè i così detti « luoghi di Monte ». Clemente Vili si vide costretto, per soddisfare alle necessità straordinarie, causate specialmente dalla guerra contro il Turco, ad assumersi mediante sette nuovi « luoghi di Monte », un debito del valore di 2.893.200 scudi.2 Da un calcolo dall’anno 1598 risulta che gli interessi del debito ingoiavano allora quasi tre quarti dell’entrata totale.3 L’entrata netta, verso la fine del pontificato, scese ancora da 500.000 a 343.473 scudi. Siccome la spesa annua importava 450.126 scudi, risultò un * deficit » annuo di 106.653 scudi.4 Il bilancio del papa oltre che per la guerra del Turco, era stato aggravato ancora nell’anno 1598, in modo speciale dall’acquisto di Ferrara e dalla visita di questo nuovo territorio dello Stato Pontificio, per cui furono però levati 150.000 scudi dal tesoro di Castel S. Angelo.5 2. L’ambasciatore veneto, Paolo Parata, dando un giudizio nell’anno 1595 intorno alla forza ed alla debolezza dello Stato della Chiesa, dice che questo non si conservava, nè per mezzo d’una buona costituzione, nè a mezzo di quelle condizioni che usano conferire agli altri Stati durata e sicurezza, ma invece perchè nessuno 1 Vedi Paruta, Relazione 410. Cfr. Ricci II 164. La conferma della Bolla del tesoro di Sisto V, in data 14 febbraio 1592 nel Bull. IX 523 s. 2 Cfr. Moroni XL 155, LXXIV 299 e Maktinori 5. Intorno aU’acquis o di Nettuno, per cui Marcantonio Colonna ricevè 400.000 scudi, e di : on < •S. Giovanni, per cui il marchese del Vasto ebbe 350.000 scudi, cfr. o • Sulle finanze dello stato pontificio Roma 1855, 14 s. Clemente Vili gius i l’acquisto di S. Giovanni col pericolo dei banditi; vedi * Acta consis . a giugno 1595, Cod. Barb. 2871, Biblioteca Vaticana. Cfr. Dispacci III 171 s. • t n alla 3 Vedi Dolfin, Relazione 464; Ranke loc. cit. Le lagnanze intoni'o^ scarsezza di danaro (p. es., nell’istruzione a D. Ginnasio del 22 ago» o Barb. 5852, Biblioteca Vaticana) erano dunque giuste. 4 Vedi Ranke loc. cit. £ Vedi Dolfin, Relazione 465.