242 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VI. mente Vili chiedeva principalmente la nomina di vescovi nell» diocesi vacanti.1 1 Quanto tristi fossero le condizioni dell’Ungheria, risulta dal * Discorsa dello stato della religione nel regno di Ungheria probabilmente composto dal nunzio Speciani nel 1595 per Clemente Vili (Cori. 677, p. 338 s., della Bi-blioteca Corsini in Roma: ivi è detto che il clero era spogliato dei suoi beni in parte dai Turchi e in parte per i decreti imperiali; che degli impiegati di Rodolfo IL i più sono eretici. « Così il vero culto di Dio in infiniti luoghi dell’Ungheria superiore è stato del tutto abandonato e particolarmente nel vescovato d’Agria presento che a pena vi sono vestigii della religione catho-lica. . . IIora in somma della parte che possede l’imperatore la minor parta sono catholici ... de magnati, ch’è il primo ordine del regno, non vi è altro catliolico che il sig. Palfi ». Che se anche ora, durante la guerra, un radicala miglioramento non è possibile, si potrà però « preparar la medicina per applicarla in quanto si potrà secondo ¡’opportunità, del tempo ». L’autore propone a questo scopo: 1° La nomina d'un Governatore cattolico; 2° «L’altro rimedio più necessario è riformar il clero e operar ohe S. M. ritorni tutti li suoi bsni acciò si possa sustèntare un buon numero di preti che attendono al culto divino, e sopratutto operar che S. M. nomini l’arcivescovo di Strigonia primate di questo regno, poiché con la sua autorità grandissima in tutte le cose poiria difendere li catholici, tener a freno gli heretici, riformar il clero... Saria ancor necessario che S. M. conferissi il vescovato d’Agria, il quale è grandissimo e ricchissimo ». 3. L’invio d’un Visitatore Apostolico ed introduzione dei <’ap-puccini e dei Carmelitani scalzi (vedi questo passo presso Làjimer, Zur Kir-chengesch. 173 s.); 4. Erezione d’un grande Collegio di Gesuiti in Kascbau come « seminario dove si sostentassero almeno cento scholari, cinquanta delli christiani soggetti all’imperatore ed altre tanti che son sotto la tirannide, del Turco », poiché non si poteva contare sul Germanico in Roma, « perchè questa è una natione che malvolentieri esce fuor del regno ». Gran, dal 1593 in poi, è del tutto abbandonata, venne di nuovo investita nel 1596, ugualmente Kaloc-a, e nel 1597 pure Eger (vedi Gulik-Etjbel III 188, 323 s.). Fra i vescovi spiccavano specialmente Francesco Forgàch (dal 1587 in Veszprém, dal 1596 in Nyitra, dal 1607 in Gran), e che dal 1601 aveva in aiuto (Pietro Pàzm :ny, di tanto importanza per la restaurazione cattolica (cfr. Fraknói, Péter L'ài-mdny és bora, 3 Voli., Pest 1868, e Peter Pàzmàny, Budapest 1886); inoltre Giov. Kuthassy (dal 1592 in Giavarino, 1597-1601 in Gran) e Stefano Szuliay (dal 1600 in Eger). L’operosità di Forgàch venne riconosciuta con uh * Breve hi data 9 agosto 1595, in cui viene esorto ad un ulteriore lavoro per la fede cattolica e per la disciplina ecclesiastica. (Amn. 44, t. 49 pag. 216, Archivio segreto pontificio), l’operosità di Stefano Szuhay con un Breve del 20 dicembre 1603 (vedi Meyer 88). Intorno alle visite ad Limina dei vescovi ungheresi vedi Bull. X 77/ s. Poiché Rodolfo II amava, d’impiegare le entrate dei vescovati vacanti per 1® spese di guerra, .Clemente Vili dovette insistere ripetutamente perchè essi venissero investiti; vedi Meyer 59, 72 (cfr. ibid. 104 l’istruzione per Ferreri). Un Breve di elogio per Rodolfo II del 10 aprile 1604, per la consegna del ginnasio di Cassovia ai Gesuiti, ibid. 194. Intorno ai Gesuiti in Ungheria, che Clefnente VIII favorì quanto fu possibile (cfr. Synopsis 164, s., 176) 1 la Litterae annuae, passivi, e la monografìa di L. Vei.ics: Viziatole A Mcig