Clemente Vili non si lascia indurre all’attacco contro Ginevra. 179 messa in pericolo dal poco pacifico duca di Savoia. Contando stille sue relazioni di parentela con la Spagna, Carlo Emanuele volle met-¡ersi in possesso della città di Ginevra. Non lo preoccupò il non poter contare su nessuno per un appoggio dei suoi progetti, meno di tutti su Enrico IV, poiché il re di Francia, il 13 agosto 1601, aveva dichiarato espressamente ch’egli considerava Ginevra facente parte iIoli’«alleanza dei tredici cantoni»,1 e perciò compresa nella protezione della pace di Lione. Se Carlo Emanuele si decise con tutto ciò, ihd infrangere la pace ed a provocare addirittura il re di Francia, vi contribuì sicuro il contegno del governatore di Milano, Fuentes, i i quale aveva concentrato un inusitato numero di truppe spagnuole nella Savoia, e che si era dato premura presso il gabinetto di Madrid di ottenere il consenso per un’azione comune colle truppe di ( '¡irlo Emanuele.2 Il duca cercava naturalmente di guadagnar pure » lemente Vili per il suo progetto, sapendo bene che a lui la metropoli del calvinismo doveva essere odiosa, come ad ogni altro papa. .Ma da Roma gli giunse una risposta negativa. Questa forse in altre udizioni sarebbe stata meno energica, ma, a così breve distanza fittila pace di Lione, Clemente Vili era assolutamente contrario ;id un’impresa bellica, la quale inoltre gli sembrava molto incerta n“Ila mano del Savoia, ed avrebbe in ogni caso indotto Enrico IV alla protezione di Ginevra. Il papa cercava con ogni cura di mantenere la pace, tanto in Madrid quanto in Torino, mediante il suo nunzio.3 Carlo Emanuele persisteva, ciò nonostante, nel suo progetto una volta formulato. Per l’attuazione del suo disegno contro Ginevra, i si servì del suo governatore in Savoia, il signore di Albigny, Carlo de Simiane. In tutta segretezza si raccolsero alla fine del 1602 le truppe savoiarde nella vallata dell’ Arve; nella notte oscura dal 21 al 22 dicembre cercò Albigny, con un colpo di mano, '■ in quel tempo non era nulla di straordinario,4 di mettersi in possesso di Ginevra. Però l’attacco, la così detta scalata, fallì compitamente.5 Caratterizza i sentimenti della Curia romana che _ 1 Vedi Philippson, Heinrich IV Vol. I 257. 2 Vedi Documents sur l’Escalade de Genève tirés des archives de Simancas, Turin, Milan, Borne, Paris et Londres, Ginevra 1903, 59 s.; Dierauer III 411. 3 Cfr. l’articolo, basato sulla grande pubblicazione di documenti citata Sl,pra (nota preced.). Documents sur VEscalade de Genève pubblicato da ' i un de Becdeliévre nelle Études XCVII (1903) 398 ss.: Clément Vili et l,: République de Genève à l’époque de l’Escalade. Vedi pure De Crue, L’Esca-Inde de Genève et la Liigue, Ginevra 1903. 4 Cfr. Hollander nella Zeitschr. f. die Gesch. des Oberrheins N. S. XVII intorno al colpo del duca Enrico de Guisa nel 1579 contro Strasburgo. 5 Presso Dierauer III 412, n. 1 e nella Cambridge Mod. History III 833 ’• orasi raccolta la letteratura speciale intorno alla scalata, i cui trofei si conser-