548 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. niano, Litigi Colonna da Valladolid, si limita per motivo di brevità al punto principale e ricusa assolutamente la predeterminazione fìsica.1 Tutto questo incartamento giunse in Eoma il 28 marzo 1598. Con ciò erano compiuti gli ultimi preparativi per il grande duello fra i due Ordini: la battaglia poteva cominciare. Il Generale dei Gesuiti Paolo Oliva, giudicava più tardi, dando uno sguardo retrospettivo alle questioni, che il loro esito era stato di grande utile, ma che l’Ordine mentre esse duravano, era incorso nei più grandi pericoli.2 La giovane Compagnia di Gesù si trovava difatti di fronte ad un avversario di una potenza schiacciante. Nessuna corporazione nella Chiesa poteva misurarsi cogli allori scientifici dei Domenicani. Essi avevano nelle loro file una quantità di scienziati di primo rango, dei quali alcuni dietro la dichiarazione della Chiesa, erano stati ornati dall’aureola della santità. La forma scientifica e la difesa dei donimi era basata in gran parte sui loro lavori. Ancora in tempi più recenti si era visto uscire dal convento dei Domenicani in Salamanca, proprio dal luogo ove Baìies spiegava la sua azione contro i Gesuiti, la restaurazione della scolastica.4 Gli stessi Gesuiti, per mezzo dell’organizzatore dei loro studi Toledo, erano diventati alunni dei Domenicani di Salamanca. A Trento, sotto Pio IV, circa 25 vescovi e 30 teologi dall’Ordine domenicano avevano preso viva parte alle discussioni e definizioni dei decreti di fede. 5 L’Ordine dei Predicatori godeva per tutte queste ragioni in tutto il mondo cattolico la fama, che presso lui si custodisse la vera dottrina cattolica. A ciò va aggiunta l’influenza dei Domenicani presso l’In-quisizione e presso molti principi secolari ed ecclesiastici, e presso ì grandi, i cui confessori appartenevano in gran parte al loro Ordine. In tutto ciò la Compagnia di Gesù, ancora giovane, era ben lungi dal raggiungere l’Ordine dei Predicatori. È vero che Sahneron e particolarmente Lainez avevano fatto una brillante figura al 1 Astràin 240 ss. 2 La relativa firma del notaio, presso Eleutherius, 180. 3 « Magnos motus excitavit in Ecclesia Dei P. Molina, quando pro( usu novam, ut tunc videbatur, gratiae et liberi arbitrii concordiam, et quam'i tandem feliciter ii sedati fuerint cesserintque in magnani Ecclesia© utilità < tarnen gravissimum tunc Societas adducta est in discrimen ». Oliva il 1- gl" naio 1664, presso Prat-Gruber, Ribadeneira, 414. , ,, 4 Mandonnet nel Dici, de théol. cath., VI 914. Intorno al fondatore e > neoscolastica, Francesco de Vittoria, cfr. gli articoli in La Cieneia /oro* I-III (1910-13); F. Ehrle nel Katholik 1884, II 497, 505-522; intorno all i portanza della scuola di Salamanca principalmente, ibid. 497. 6 Mandonnet, loc. cit., 908.