700 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo XII. in bronzo.1 Gli angeli sorreggono una corona sopra la bianca statua in marmo di santa Cecilia, la quale giace in una nicchia di marmo nero, immediatamente dinnanzi all’ altare maggiore, quasi come in un sarcofago aperto. Maderno creò così una nuova forma d’altare, spesso imitata in seguito.2 La statua della santa, scolpita nel marmo più fine, quasi trasparente, appartiene alle più celebri e conosciute dell’arte italiana. Il maestro si ispirò alla leggenda, che la santa fosse spirata nella sua stanza da bagno, solo il terzo giorno dopo il colpo mortale della scure. Pertanto Maderno non la riproduce supina come una morta qualunque, ma giacente sul lato destro, colle ginocchia rannicchiate, le mani semi intrecciate, la testa coperta d’un velo ed il volto chinato verso il suolo, al collo la ferita del colpo del carnefice. Cecilia giace nella più nobile semplicità, immagine di purezza verginale, come un fiore reciso.3 Se anche nelle catacombe lo spirito dei primi secoli cristiani parla direttamente al cuore del visitatore, esso non ha in nessun luogo trovato una trasfigurazione artistica più sublime 4 di qui. Il cardinale Sfondrato, il quale alla fine del 1600 aveva già elargito più di 25.000 scudi per il restauro ed abbellimento della chiesa di S. Cecilia,5 la visitava quasi giornalmente e la scelse per 1 A. Muñoz, St. Maderno, negli Atti e Mem. d. R. Accad. di S. Luca, Annuario, 1913-14 (Roma, 1915) 6 ss. 2 Così anche C. Menghini per S. Martina in Ss. Luca e Martina, Antonio Gioegetti in S. Sebastiano, Ercole Ferrata in S. Anastasia e Giambattista Marini per S. Anna in S. Andrea della Fratte; cfr. Muñoz, loc. cit., 9. 3 L’opinione comune, che il Maderno abbia rappresentata la statua cosi, come egli l’avrebbe veduta nell’aprire la cassa di cipresso non è presumibile. Già Quentin osservò nel trattare su le relazioni della scoperta: « On voit par ces textes combien il serait exagéré de regarder, par exemple, la statue de Maderno comme un document; elle n’est qu’une artistique restitution. Le cardinal Sfondrati n’a évidemment permis à qui que ce fût d’ouvrir en son absence la châsse provisoire, où il avait enfermé et scellé le coffre de cyprès contenant le corps de sainte Cécile, et, lui, présent, personne ne s’est permis de soulever les voiles qui recouvraient et peut-être même enveloppaient ce corps. Personne n’a pu se rendre compte de son état de conservation saut dans les grandes lignes, et l’on ignore si les ossements seuls se sont conserves ou si les chairs desséchées y sont réstées adhérentes » (Cabrol, Dict. d'archeoi., II 2, 2736). L. de Lacger (loc. cit., 221 ss.), si associa con ragione a questo giudizio. L’opinione, che nel 1599 sia stata trovata la salma di santa Cecilia, del tutto intatta con tre ferite al collo, viene data per assolutamente sicuia nel Reisebericht dell’abate Marchstaller del 1625, stampato nella Garmtlna, LXX1 (1881) 307. 4 Cfr. Molitor-Wittmer 155. Vedi anche Cantalamessa ueWArcìi. <>'• dell'arte, V 200 s. Osservazioni contro l’articolo di Reymond nella Gaz. (' beaux-aris, 1892. Il pieno valore dell’opera di Maderno risulta da un con col dipinto nel quale Fr. Vanni rappresenta il ritrovamento della santa, ne ■ «< confessio » sottostante; vedi Voss II 514 (con illustr.) Brinkmann, skulptur, II 222. 5 Un * Avviso del 25 novembre 1600 riferisce che: il papa celebrò ledi in S. Cecilia e lodò molto Sfondrato d’aver speso più di 25.000 scut i