74 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo II. egli aveva promesso di dimenticare tutto il passato e di voler vivere e morire nella religione cattolica.1 Il parlamento dichiarò estorte tutte le deliberazioni emesse dal 1588 in poi. Anche la Sorbona riconobbe ora Enrico. Il clero -secolare e regolare gli prestò il giuramento di fedeltà; solo alcuni regolari, principalmente cappuccini e gesuiti, resistettero, perchè non volevano prevenire le decisioni del papa.2 Sega, quale rappresentante del papa, fu trattato con riguardo. Enrico intendeva guadagnarsi anche questo antico nemico. Ma il Cardinal Legato dichiarò che gli era impossibile trattare con uno non ancora assoluto dal papa. Perciò Enrico gli ricusò la partenza per Amiens o Beims, ma al contrario, dopo otto giorni, dette il permesso che il Legato si ritirasse nella neutrale Montargis, per attendere le istruzioni del papa, anche dopo che la città si era arresa ad Enrico.3 II. • Gli incessanti progressi d’Enrico non poterono mancare del loro effetto, pure su gli inviati di May enne e della Lega, che dal gennaio 1594 si trovavano in Eoma. Questi vennero nella convinzione, che l’astro benigno del Borbone stesse incessantemente salendo. Ciò risulta chiaramente dal memoriale, cli’essi presentarono il 14 marzo 1594 a Clemente Vili. Il papa, così è detto in quel documento importante, dovrebbe sacrificare dei milioni e Filippo II triplicare le sue armate, per poter condurre a termine vittoriosamente la guerra contro Enrico. Dall’impossibilità d’un tale sforzo e dalla generale proclamazione di Enrico per re, che 1 Vedi Revue rétrospective 1838, 5 s.; Desjardins V 694 s.; L’ Epinois 618 s. 2 Vedi Fotiqüeray II, 344 s., ove trovansi i particolari intorno al contegno dei Gesuiti ed il tentativo fatto già nell’estate 1594 dal nuovo rettore dell'università, Giacomo d’Amboise, di discacciare l’ordine da tutta la Francia. Intorno al contegno dei Cappuccini v. Desjardins V, 148 s., e Duais, Capucins < t Huguenots dans le Languedoc (Extrait de la Controverse et du Contemporain), Lione 1888. 3 Vedi la * Relatione di Sega loc. cit. Il ritorno di Sega in Eoma ebbe luogo molto tempo dopo che la decisione era stata presa, cioè il 12, o meglio, il 13 novembre 1594 (v. *Diarium P. Alaleonis Barò. 2815, Biblioteca Vaticana, e Partita, Dispacci II 482), il suo ingresso solenne il 15 novembre. Cfr. Paruta II 487 s., il quale riferisce, che Clemente Vili non si fidava del cardinale il quale mirava alla tiara, e che Sega con diversi parla diversamente. Cfr. pure Des jardins V 194. Si indicava spesso Sega come il papa futuro (v. Stieve, Politile I, 275, n. 2), ma egli moriva già il 29 maggio 1596. Clemente Vili gli aveva mandato tre volte la sua benedizione; v. * Avvino del 29 maggio 1596, il quale esalta Sega come degno del Pontificato, se l’invida morte non si fosse interposta (llrl\ 1064, Biblioteca Vaticana). La tomba di Sega è in S, Onofrio; v. Forcella V 311.