470 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo IX. versità di Oxford, che viene chiamata « una constellazione di ignoranti, pedanti e testardi e un mucchio d’asini e di porci ». Nelln scritto « Lo spaccio della bestia trionfante », l’astronomia è soli» una cosa del tutto secondaria; la polemica e la satira stanno in prima linea. Peggiori delle oscenità, delle quali Bruno si diletti anche ivi, sono le bestemmie scandalose alle quali egli si lascia andare. Lo scritto, ignominioso per il suo titolo, venne ritenuto dai contemporanei come diretto contro il papa. Studiandolo più attentamente si scopre, che gli attacchi del Bruno non sono diretti solo contro le dottrine della Chiesa cattolica, ma pure contro quelle insegnate da Lutero e da Calvino. Logico, il filosofo panteista di Nola non la ruppe solo con la Chiesa cattolica, ma pure col cristianesimo positivo in generale, versando contro le sue dottrine tale un cumulo di odio, che sarebbe difficile andare più oltre.1 Inoltre nutriva Bruno un’avversione così profonda contro gli ebrei, che egli la manifestò quasi in ognuno dei suoi scritti con delle espressioni mordaci.2 Così nella sua satira blasfema contro il 1 Bruno, così giudica uno dei suoi ammiratori, Arturo Drews, la ruppi in principio in piena consapevolezza colla Chiesa e col cristianesimo, e si oppose a entrambi colla più pronunciata ostilità. Specialmente nello Spaccio della bestia trionfante ha versato egli tale uno scherno velenoso sui dommi cristiani, impossibile a superarsi. Bruno non crede nella divinità di Cristo. Egli lo ritiene solo per l’uomo più nobile e lo schierò in fila con Pitagora, Socrate, Platone ed altri sapienti. Ma siccome l’essenza del cristianesimo consiste nella fede nel-l’Uomo-Dio, non poteva egli chiamarsi cristiano, ed egli era abbastanza sincero di dirlo francamente, vedendo su questo più chiaramente che molti di oggi giorno. Come il cattolicismo, così riprovò pure il protestantesimo, e ritenne per assurda la dottrina della giustificazione per mezzo della fede. (Beilage zur Allg. Zeitung, 1900, n. 40). Erdmann aveva già prima nella sua Gesch. drr Philosophie giudicato: Che l’azione orginale di Bruno era quella d’averla ” rotta colla Chiesa romana e con tutto il cristianesimo. Egli prova a farlo, ed egli e il primo a mettersi interamente fuori del cristianesimo... Lo sa egli stesso che la sua dottrina è pagana ». A ciò corrisponde la difesa di Bruno della prostituzione e la sua richiesta della poligamia; vedi Sigwart nelle Goti. Gel. -I'1-' 1883, II 836 s. Questo stesso scienziato osserva che la raccolta degli schemi contro i dommi cristiani fatta da Brunniioìer (226 ss.) sarebbero la miglior prova per la verità delle accuse contro Bruno mosse dall’inquisizione veneziana. 2 Ciò fa rilevare nel suo commento, con compiacenza particolare, il tra duttore tedesco L. Kuhlenbeck il quale è in questo punto degli stessi sentimenti del Bruno. (V 289). Cfr. anche Brttnnhofer 219 s. I framassoni e liberi pensatori in più gran parte ebrei, i quali inneggiarono all’erezione del monument< di Giordano Bruno nel 1889 in Roma, e festeggiarono Bruno come rappresentante della libertà, uguaglianza e fraternità, non seppero nulla del disprezz" ed odio che nutriva il loro eroe per tutta la loro razza. Meglio informato seni bra essere stato il capo del radicalismo politico in Italia, l’israelita Barzilai. a "■ quando il 17 febbraio 1910 all’inaugurazione del locale del circolo dei li M ,| pensatori romani, situato di fronte al Vaticano (demolito nel 1925) che porta'•' il nome di Giordano Bruno, confessò, che per la democrazia anticlericale wor dano Bruno altro non era che un nome di battaglia, e che le altre sue idee no