Provvedimenti per il regolamento del Tevere. 619 zione come un castigo per i loro peccati e di placare l’ira di Dio,1 mediante una vita più buona e di penitenza. A tal’uopo furono indette processioni a 8. Maria Maggiore ed a S. Pietro.2 Ma per scongiurare il ritorno d’una simile sventura, anche con tutti i mezzi umani, era stata incaricata una congregazione di sei cardinali di discutere con degli esperti in materia3 i progetti per una regolarizzazione del Tevere. La congregazione ordinò pure 10 sgombro del fango dalle vie, per la cui permanenza era da temersi lo scoppio di epidemie.4 Una misura molto prudente fu 11 divieto di abitare prima di un mese i piani inferiori delle case, le quali avevano maggiormente sofferto per l’umidità. Fu ugualmente proibito qualunque aumento dei generi alimentari.5 Si dovettero affrettare i lavori di restauro, tanto più che nell’anno venturo ricorreva il Giubileo. Intanto i progetti per la regolarizzazione del Tevere erano così progrediti, che a giugno si potè iniziare lo scavo d’un nuovo 1 Vedi Bull. X 467 s. Cfr. la Lettera ai Romani (Archivio segre to pontificio) nell’Appendice n. 65. s Vedi gli * Avvisi del 27 e 30 gennaio 1599, TJrb. 1067, Biblioteca Vaticana; * Diarium P. Alaleonis, Barò. 2816, ibid. 3 Si trovò fra essi Giov. Fontana; vedi Bertolotti, Art. Subalp., Mantova 1884; Art. Lomb. I 98 s., II 5 s. Il papa aveva delegato quest’architetto già nel 1596 insieme a Giacomo della Porta e tre architetti veneziani per il regolamento dell’alveo del Tevere; vedi Bertolotti, Art. Suizz.; Bellinzona 1886, 11. Tanto allora quanto in appresso vennero fatti i più varii progetti; vedi Paolo Berti, * Ragionamento sul rimedio per impedire le inondazioni del Tevere (in data Padova 9 febbraio 1601), nel Vat. 6557 p. 1 s.; Biblioteca Vaticana. Cfr. il raro scritto: P. Beni, Discorsi sopra l'inondazione del Tevere, Roma 1599. Vedi anche Tarquino Pinaoro, Discorso dell'inonda-tione del Tevere seguita 1598, néH’Urb. 861, p. 85 ss.; Biblioteca Vaticana; Ehrle, Pianta di Maggi-Maupin-Losi del 1625, Roma 1915, 8 ss.; Orbaan, Documenti 121 annotaz. L’architetto Carlo Lombardi (Lombardi) venne nominato nel 1599 deputato per lo sgombro dei danni causati dall’inondazione del Tevere; vedi Bertolotti, Artisti Svizz. 16. Egli già nel 1593 era stato nominato « exstimator et mensurator generalis omnium aquarum »; vedi Bertolotti, Art. Subalp. 43 s.; cfr. Art. Lomb. I 96, 218. 4 Cfr. gli * Avvisi del 3 e 6 gennaio 1599, Urb. 1067, Biblioteca a tic a n a. Anche in altra guisa fu proveduto secondo le forze, alle condizioni igieniche di Roma. Così vennero presi nel cuor dell’estate dei prov-' ''dimoriti per impedire che la peste non venga introdotta nella città. Vedi 'ntorno a ciò la * Relazione di Giulio Cesare Foresto del 3 luglio 1599, rchivio Gonzaga in Mantova, e gli* Avvisi del 7 e 28 luglio agosto 1599, Urb. 1067, Biblioteca Vaticana. Nel primo è fitto, che era stato deciso in Campidoglio, di chiudere quella parte della città, che era aperta (da Porta Cavalleggieri sino a Porta Settimiana) per potervi mettere dappertutto delle guardie, causa la peste. Intorno ad un’epi-emia nel quartiere Celimontano nell’anno 1601 vedi Tomassetti I 166. 5 Vedi * Avviso del 13 gennaio 1599, Urb. 1067, Biblioteca Vaticana.