150 Clemeute Vili. 1592—1605. Capitolo I\. ad una aperta rottura,1 per la violazione dei propri diritti da parte di Filippo II. Allorquando nell’autunno 1596 l’applieazione del-Pexequatur in Napoli, e l’usurpazione della giurisdizione ecclesiastica fatta alParcivescovo di Milano, Federico Borromeo, non gli permisero un ulteriore silenzio, egli intervenne bensì vivacemente, ma sempre in modo da evitare i passi estremi. Dapprima egli si rivolse in ambedue le occasioni alle autorità spagnuole subalterne. Egli diresse il 7 settembre un breve al governatore Giovanni de Vela-;co ed al senato di Milano. Fece osservare che l’arcivescovo, Cardinal Federico Borromeo, non cercava litigi, ma che quel presule, non meno del papa stesso, non poteva tollerare più a lungo2 le continue violazioni della giurisdizione ecclesiastica. Clemente Vili usò riguardo verso il viceré di Napoli, Olivares, rivolgendosi a lui non come papa, ma come uomo privato. Se riguardo alla questione giuridica nella vertenza di Milano potevano esistere diversità di opinioni,3 le cose in Napoli, al contrario, erano pienamente chiare. Esse caratterizzavano assai bene il sistema spagnuolo. Ivi il papa si era veduto costretto a togliere la direzione del convento delle Clarisse ai Francescani Osservanti, per motivi di moralità. Allorché l’arcivescovo Cardinal Gesualdo si accinse ad eseguire quest’ordine (li carattere puramente ecclesiastico, del tutto giustificato, anzi necessario, del capo della Chiesa, gh si oppose l’autorità civile sotto pretesto che pure per questo breve ci voleva Vexequatur del re. È insopportabile, così scrisse Clemente Vili il 5 ottobre 15964 al viceré, che il papa non possa 1 Vedi Alberi I 5, 466. 2 II * Breve diretto « Praesidi et senatui Mediol. », si lagnava degli aggravi elio pesavano su i beni ecclesiastici, dei dispetti contro i sacerdoti e dell’impe-dimento della giurisdizione ecclesiastica. Arni. 44, t. 40, n. 367, Archivio segreto pontificio. Ibid. ugualmente in data 7 settembre 1596 un * Breve al Cardinal F. Borromeo, il quale viene lodato per la sua vigilanza. Il papa osservava che egli, ugualmente al cardinale, voleva solo mantenere lo stato di cose, che regnava negli ultimi tempi di Carlo Borromeo. Un numero di * Scritti intorno alla questione della giurisdizione in Milano 1596-97 nel Barò. LIX 106, Biblioteca Vaticana. Del tutto unilaterale, e in ogni modo non neutra, è la descrizione delle contese milanesi nella * Relation diretta a Filippo II del conestabile Giovanni de Velasco, in data 1597 luglio, nella Biblioteca Lobkowitz in Praga (un’altra copia anche nelle•. Inforni. polii. XXIX, 470 ss., della Biblioteca di Stato in Berlino, alla quale si attiene Gindely Rudolf II, voi. I 15 s). Vedi inoltre il * Memoriale spagnuolo del 1596 diretto a Filippo II intorno alle contese milanesi nel N. 13, p. 340 s., della Biblioteca Vallicelliana in Roma. Cfr. anche Galante, Diritto di placitazione e Veconomato dei benefici vacanti in Lombardia, Milano 1894, 80 s., e la letteratura ivi menzionata. 3 Vedi Lettres d’Ossat I 371 s. Cfr. pure A. Ratti, Opuscolo ined. del card. Baronio 10 ss. 4 La * Lettera ad Olivares nell’ Arm. 45, t. 41, p. 14, Archivio segreto pontificio e nell’ Archivio Aldobrandini in Roma.