XVIII Il barone Ludovico von Pastor. e pubblicata nell’Historischen Jahrbuch della Gòrresgesellschaft, gli procurò subito fama di vero dotto. Egli aspirava ad una cattedra universitaria, ma sventuratamente lajlotta del Kulturkampj rendeva impossibile a lui, cattolico, il raggiungere tale mèta. Teodoro Mommsen, interrogato dai deputati del Centro al Parlamento prussiano su questa mancanza di parità fatta ai cattolici nelle Università, rispose che « era il simbolo dell’ultramonta-nismo che faceva sì che all’ombra di questo albero velenoso fossero così rari i talenti ». Come fosse falsa quest’accusa partigiana, risulta dal fatto che Pastor, quantunque tanto attaccato alla sua patria, dovette cercare una cattedra in Austria. Il prof. Weiss propose a lui le due università di Gratz e di Innsbruck: il prof. Stumpf-Brentano gli spianò la via a quest’ultima, dove il 19 febbraio 1880 egli tenne l’esame (collo-quium) di abilitazione e, sei giorni dopo, alla presenza di 10 professori e di 15 studenti, la lezione di prova sul tema: L'opera, storica contemporanea all’imperatore Carlo V. Il prof. Busson dava sull’esito di questa prova il seguente lusinghiero giudizio: « Il candidato ha adempiuto il suo"incarico in ottima maniera. La sua lezione, la cui forma può sola venire elogiata, dimostra che egli è pienamente padrone dell’argomento, che ne conosce la letteratura sino alle recentissime pubblicazioni, e che egli sa esporre con chiarezza ed in maniera attraente un argomento. Anche la calma oggettività che il candidato ha dimostrato in questa occasione deve esser fatta rilevare in maniera particolare. La voce del candidato è assolutamente sufficiente ». Tutto faceva credere che una libera docenza non si facesse attendere, eppure non fu così. Il Ministero della pubblica istruzione in Vienna, pervaso dal sentimento liberale-massonico, gli fece bene attendere il permesso (venia legendi) di tenere le sue lezioni. Il prof. Klopp voleva che Pastor avesse accettato il posto di professore di storia in casa dell’arciduca Carlo Ludovico per il suo figlio Ottone, ma egli vi rinunziò, sebbene a malincuore, perchè tale sistemazione lo avrebbe allontanato troppo dal suo programma scientifico. Nell’attesa del permesso del Ministero, Pastor accettò sul momento il posto di consigliere scientifico nella libreria editrice di Herder, iniziando la redazione degli « Historischen Bildnisse » e la revisione degli articoli storici [nel Kirchenlexilcon [di Wetzer e Welte. Finalmente, dopo 11 mesi di attesa giunse dietro pressione degli amici l’attesa venia legendi dal Ministero della pubblica istruzione, e Pastor potè cominciare come libero docente le sue lezioni di storia moderna in Innsbruck^ che doveva diventare la seconda sua patria. Durante l’attesa di questa conferma ministeriale il suo amico Giorgio Hertling gli aveva scritto: « Non dovete meravigliarvi; chi, come voi, sente di aver la missione di porre la sua azione scientifica espressamente a servizio della causa cattolica, egli, ovunque e in ogni tempo, dovrà urtare nell’opposizione occulta o manifesta della scienza ufficiale, che nella sua grande maggioranza persegue ben altre mire ».